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Inter, batti un colpo se ci sei!TUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00Editoriale
di Gabriele Borzillo
per Linterista.it

Inter, batti un colpo se ci sei!

Settimana terrificante, calcisticamente parlando. Malvissuta, maldicente, malsana, malefica e malevola: tanti mal per significare una sconfitta dolorosa più per come è maturata che non per il valore effettivo della battuta d’arresto. Perdere, nello sport, ci sta. Eccome se ci sta. Con tutta probabilità, diciamo pure con tutta certezza, se l’Inter avesse perso, che so, col Cittadella, col Benevento, con qualunque altra squadra che non fosse il Milan o, in alternativa, la Juventus, la vicenda sarebbe stata presa con un’enfasi diversa, inutile star qui a raccontarci balle. Con i se e con i ma la storia non si fa, recita un vecchio adagio popolare, così come gli…avremmo potuto, avremmo voluto, avremmo dovuto…sono le parole più dolorose dell’intero linguaggio (ho rubato la frase al Jonathan Coe, non è farina del mio sacco): quindi, mettiamole da parte e lasciamole stare. È andata così perché doveva andare così, è andata così per tante colpe nostre, assai maggiori dei meriti altrui, è andata così perché gli dèi del calcio - esistono, altroché no - avevano deciso che così sarebbe dovuta andare.

Urge una nuova ventata d’ottimismo, urge ripartire da dove avevamo interrotto: da quel due a zero rifilato all’Atalanta dopo una prova di forza dalla quale tanti, troppi media, hanno sottratto il quarto d’ora finale, dimentichi di quanto accaduto nei primi settanta e passa minuti di assoluto e totale dominio del prato verde. Urge mettersi alle spalle quanto accaduto perché, nonostante le esternazioni provenienti più dai tifosi della Beneamata che non da altri, l’Inter è in piena corsa per tutte le manifestazioni in corso da qui a fine stagione. Urge anche, da parte dei tifosi, comprendere che non sempre si può essere al massimo. Certo, gli zebedei girano ancora vorticosamente ma la realtà - quella va vista, non l’analisi di un singolo per quanto maledetto episodio – recita di una squadra con due partite da recuperare e la vetta della classifica nel mirino, due partite di Champions da giocare e la qualificazione diretta agli ottavi più che possibile, un quarto di finale di coppa Italia che non è e non può mai essere considerato una banalità. Per cui sì, incazziamoci pure coi nostri eroi pallonari. Ma, d’altro canto, cerchiamo di ricordarci anche di quanto ci aspetta. A cominciare proprio da Venezia.

La trasferta al Penzo non è importante, è essenziale, primaria, sostanziale. È la cartina tornasole dell’aria che si respira in questo preciso momento ad Appiano Gentile, dove la Supercoppa perduta non ha dato adito ad alcuna reprimenda quanto, piuttosto, a un discorso più che motivazionale della dirigenza e dell’area tecnica nerazzurra. Mancherà qualche titolarissimo, tanto per cambiare, e qualcun altro rientrerà: però, sia chiaro, non ci sono né ci saranno scuse di sorta. L’Inter non ha le famose due squadre come qualcuno racconta, pur sapendo che non è verità assoluta. Ma ha carattere, volontà, agonismo e contezza delle proprie possibilità. Siamo i campioni d’Italia in carica, dobbiamo lottare con tutte le energie possibili e anche no per mantenere quello scudetto cucito sul petto.

Resettare e ripartire: gli avremmo potuto, avremmo dovuto, avremmo voluto lasciamo siano pensiero altrui.

Alla prossima.