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L’Inter dal rischio calcolato e il tema LautaroTUTTO mercato WEB
Oggi alle 18:00Editoriale
di Lapo De Carlo
per Linterista.it

L’Inter dal rischio calcolato e il tema Lautaro

C’è un bel clima natalizio intorno all’Inter. I risultati incoraggiano, il consolidamento aiuta a fare grandi sogni, le prospettive sono buone e c’è quel gradevole senso di stabilità al quale i tifosi faticano ad abituarsi, come se da un momento all’altro qualcosa di sinistro dovesse verificarsi. Un po' come in tante partite durante le quali si ha sempre paura della beffa.
L’Inter di questa stagione sta in effetti viaggiando su onde medie di rischio calcolato.
Vince tenendo in vita i suoi avversari ma portando quasi sempre a casa il risultato. A inizio stagione le cose andavano al contrario, perché quella volontà di amministrare il punteggio, dosando le forze, si coniugava male con un evidente problema difensivo che la squadra pagava spesso negli ultimi minuti di gara.

E’ andata male nella prima partita col Genoa, subendo un rigore ingenuo all’ultimo respiro, col Monza quando ha persino rischiato di perdere, malissimo nel derby, subendo un gol nel finale,  poi a Udine un brivido, dopo aver preso un gol per un’altra ingenuità difensiva e infine nella partita più masochista dell’anno, contro la Juve, dove solo a ricordare come è andata viene il nervoso.

Il problema difensivo è stato superato proprio dopo questa gara. Inzaghi ha trovato degli accorgimenti tattici che gli hanno permesso di imbarcare meno acqua, chiedendo uno sforzo agli attaccanti e ottenendo una cerniera più convincente al centrocampo.
I turbamenti non sono però terminati, perché i rischi in alcune partite sono rimasti.
In Inter-Venezia si è rischiata la beffa, con un gol poi annullato all’ultimo secondo, con l’Arsenal Inzaghi ha scelto di giocarla in difesa per tutto il secondo tempo, contro il Bayer Leverkusen la rete del k.o. è arrivata proprio alla fine.
Anche col Como a inizio ripresa, il gol del pareggio sembrava nell’aria e la gara è stata chiusa solo nel finale da Thuram.
L’assenza di Acerbi perdura da inizio stagione, salvo sporadiche occasioni, costringendo De Vrij a fare straordinari (di gran qualità).



La squadra oggi da l’idea di avere maggiori risorse e ha realizzato tante “goleade”: 0-3 all’Empoli, 4-0 ad Atalanta e Stella Rossa, 5-0 al Verona, 6-0 alla Lazio. Eppure prima che l’Inter seppellisse di gol gli avversari le avvisaglie sembravano diverse, come nel primo tempo con l’Empoli e soprattutto con la Lazio.
Segno che la squadra ha disciplinato la sofferenza, intuendo che la distribuzione delle energie è un problema comune tra le grandi d’Italia e d’Europa.
I mugugni di molti interisti per il gioco di questa stagione o, nell’ultimo caso contro il Como, non tengono minimamente in considerazione di quanto si stia giocando.
Se si chiede, o addirittura pretende, che l’Inter sia in corsa su tutti i fronti come sta accadendo ora, è folle pensare che non ne paghi in termini di concentrazione, forze e, conseguentemente qualità del gioco.
L'anno scorso per raggiungere la seconda stella il club ha deciso di puntare più decisamente sul Campionato. Le partite di Champions disputate tra girone e ottavi sono lì a dimostrarlo. Era arrivata anche l’eliminazione (ingiusta) in Coppa Italia con il Bologna.
Quest’anno le cose stanno andando diversamente ma, pur essendo in corsa su ogni fronte non c’è alcuna garanzia di vincere qualcosa. E’ un assunto che va ricordato prima di farsi male e lasciarsi prendere da isterismi qualora non arrivasse un titolo o una coppa.
Quello che importa è che l’Inter dia la sensazione di essere stabilmente in corsa ogni anno per vincere. Non solo sulla carta ma con i fatti.

In ultimo il tema Lautaro. 27 anni, capitano dell’Inter, dal 2018 in nerazzurro, ex capocannoniere della scorsa stagione e autore di più di 100 gol a Milano.
L’anemia di questa stagione ha alcune spiegazioni ma vado personalmente ai matti quando sento praticare la “diminutio” dagli stessi tifosi. Questa tendenza a ridimensionare che hanno molte persone, le quali prendono la carriera di un giocatore (ma potrebbe essere pure un cantante, un attore, un politico, un collega) e la portano ai minimi termini, seppellendo il professionista in questione con definizioni ciniche, riducendone il valore assoluto.
Lautaro ha problemi che in altre stagioni aveva palesato in una fase, salvo riprendersi e continuare a segnare. Ha dimostrato di essere un campione e non è arrivato all’Inter da due settimane.
Ci si può lamentare del suo rendimento ci mancherebbe, ma appiattire la sua carriera e il suo effettivo valore non è furbo e non ha nemmeno senso.
Buone feste a tutti gli interisti
Amala