Perché l’Inter è incredibilmente forte ma non convince molti tifosi
Partiamo da una premessa che conoscete tutti ma che non sembra comunque sufficiente ad arginare il rumoroso brontolio di una discreta parte di tifosi.
L’Inter è al vertice della classifica di Champions League, così come in quella di Campionato. Ha una difesa che ora è tanto blindata da essere l’unica ad aver incassato 0 gol in cinque partite. E’ avanti persino con la squadra Primavera in Campionato e nella Youth League (e se vogliamo esagerare anche con Inter women, seconde nel torneo nazionale).
Questo assunto è tanto scontato da non essere percepito come un dato di fatto rivelatore ma come una realtà facilmente sgretolabile. Un giorno primi, domani chissà. Un realismo anche apprezzabile, perché il diritto di critica non è solo legittimo ma anche giustificato dall’imperfezione di ogni squadra al mondo.
Quello che stona è il tono sofferente che parte della tifoseria esercita mostrando insofferenze varie e diffuse. Dopo la partita col Lipsia che l’Inter ha vinto 1-0, al culmine di un ruolino di 12 partite nelle quali ne ha vinte 10 (due ne ha pareggiate) la bilancia delle riflessioni pende decisamente di più verso le perplessità, invece dell’entusiasmo.
Sia chiaro: non è un atto di accusa verso i tifosi dubbiosi ma l’ennesima dimostrazione di quanto la percezione batta di gran lunga la realtà.
Vediamo come.
i punti disturbanti che impediscono di entusiasmarsi sono:
1 troppe occasioni sprecate, le partite non vengono chiuse e si rischia la beffa ogni volta.
2 Lautaro che segna poco e sarebbe impalpabile nel corso della partita, però fa il “fenomeno” con l’Argentina
3 Taremi è utile ma non segna mai
4 Arnautovic evanescente
5 Troppi infortuni
Fino a Inter-Juventus l’Inter aveva un evidente problema tattico che la rendeva vulnerabile difensivamente.
La squadra era sbilanciata e si rovesciava con troppa leggerezza nell’area avversaria ma ogni volta che perdeva palla, con qualunque avversario rischiava di prendere gol, fin dal momento in cui passavano la metacampo. Inter-Juventus era stato lo zenit dello squilibrio ed era evidente anche alla fine del primo tempo, con la squadra di Inzaghi in vantaggio 3-2.
Da quel momento è cambiato radicalmente l’approccio e nelle ultime sei partite l’Inter ha subito un solo gol, oltretutto per una distrazione piuttosto grave contro il Napoli.
Al di là di qualche sofferenza in ogni sfida oggi c’è più ordine e se subisce una ripartenza non è mai in inferiorità numerica.
Il fatto è che questa nuova disposizione tattica affatica di più le punte, le quali lavorano più per la squadra e hanno molte meno occasioni, riservate soprattutto ai centrocampisti che si inseriscono.
Thuram ha fatto enormi progressi e ha una falcata che lo mette nelle condizioni di sfruttare meglio la situazione. Lautaro è certamente più in difficoltà ma segna con l’Argentina perché non si è “imbrocchito” in Italia ma è solo messo nelle condizioni di segnare, senza tutto il lavoro sporco che fa nell’Inter.
Lavoro che non viene nemmeno risaltato dalla critica dei tifosi, i quali non hanno nemmeno notato i palloni che ha recuperato, rilanciando l’azione. Al contrario gli è stato imputata una certa evanescenza, perché lo hanno visto in difficoltà nella nell’ultima parte di gara o per la già citata percezione.
Taremi non è un bomber e questo è un vero tema ma le sue partite sono raramente fallimentari. Anche col Lipsia è stato positivo, senza però essere mai protagonista.
Quanto agli infortuni si tratta di tanti problemi muscolari che riguardano tutte ma proprio tutte le squadre europee. Ieri il Lipsia ne aveva fuori sette e quando è entrato il giovane Ouédraogo, ha dovuto uscire dopo nemmeno dieci minuti per un fastidio. La Juventus ne ha persi otto e quasi tutte le squadre sono falcidiate da problemi del genere, a causa di un calendario da Hunger Games dove è vietato fermarsi.
Il motivo per il quale l’Inter è meno spettacolare è legato al fatto che l’anno scorso faceva partite nelle quali giocava 70 minuti ad altissimo livello ma disperdendo inutili energie a punteggio acquisito. L’anno scorso in Campionato viaggiava ad una media elevatissima, mentre in Champions tirava il freno e (Rea Sociedad andata e ritorno, col Benfica il primo tempo terrificante, a Madrid l’eliminazione con una partita demoralizzante). Quest’anno si cerca di restare in corsa su tutto ma questo implica una maggiore tenuta. Giusto non essere esaltati ma le ragioni per questo rendimento meno esaltante e più efficace ci sono e restano validissime