Bedin: "Che emozione l'Inter così milanese, le radici contano. Marotta ci tiene a non disperdere la storia"
Gianfranco Bedin è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport in occasione della visita di lunedì nella sede dell'Inter insieme a Guarneri, Bordon e Mazzola: "Ci ha emozionato sapere che anche una proprietà americana, che guarda giustamente al mondo per esportare il proprio brand, con due piedi nel futuro, voglia ancora essere così milanese. Sarebbe facile dimenticarsi di noi, in questi tempi soprattutto, e invece no, nel club che amiamo le radici contano".
Una giornata indimenticabile per le leggende nerazzurre: "Vedo spesso a tavola i miei vecchi compagni, non sarà certo una novità questa - racconta l'ex mediano - per me, per Sandro e per tutti la vera emozione è arrivata dopo, nel rientrare insieme nella sede per la festa preparata per noi dal club. È Marotta che ci tiene a non disperdere la storia dell’Inter. Del resto, nelle grandi squadre si fa così".
Cosa vi ha emozionato di più?
"Vedere i filmati nella sala dei trofei in cui ci siamo rivisti tutti insieme in bianco e nero: la notte magica della vittoria con il Benfica con i 100mila di San Siro fino a bordo campo, gli scudetti della Grande Inter, il Mago Herrera. Poter rivedere da vicino e toccare le Coppe dei Campioni vinte fa uno strano effetto, ti riporta indietro alla gioventù, ma nello stesso modo ti fa sentire davvero leggenda. In realtà, una sola è davvero mia, quella del 1964-65 in cui ero in campo e il mio alleato si chiamava... pioggia: il campo ci aiutò a frenare la pantera Eusebio. In quella della stagione prima ero ancora un ragazzo di bottega, a differenza di Aristide e Sandro che col Real hanno scritto la storia".