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Daniel Maldini: "Addio al Milan? Scelta che rispetto. Non voglio fermarmi"
Oggi alle 11:00News
di Daniele Najjar
per Linterista.it

Daniel Maldini: "Addio al Milan? Scelta che rispetto. Non voglio fermarmi"

L'attaccante del Monza, Daniel Maldini, ha rilasciato una intervista a La Gazzetta dello Sport, nella quale ha parlato della sua prima chiamata in Nazionale ed anche dei rumors di mercato.

Daniel, che cosa rappresenta il Monza?

"Il mio posto nel mondo. Mi sono sentito subito a casa, i risultati si sono visti e si stanno vedendo. Avevo bisogno di stare tranquillo, ma anche di avere più responsabilità. Perché percepirle mi fa stare bene e mi fa sentire vivo e presente. Fa piacere sapere che l’allenatore e i compagni hanno fiducia in te".

Si aspettava di stare al Milan?

"È una questione di scelte che rispetto".

Ha mai pensato di togliere il cognome dalla maglia e mettere solo Daniel? Lo fece il figlio di Cruijff per esempio...

"Mai. E più ci pensi, peggio è. Sono pensieri che lascio agli altri".

Dal 2020, quando ha esordito in A, a oggi com’è cambiato?

"Ho acquisito più consapevolezza dei miei mezzi. Questo mi fa rendere di più".

C’è chi dice che nemmeno lei sia consapevole pienamente dei mezzi che ha disposizione...

"(Sorride, ndr) Dovrei esserlo di più, vero...".

Convocazione ed esordio con l’Italia in pochi giorni...

"Avevo una serie di emozioni che è difficile da descrivere. E’ bello stare lì, a Coverciano, e vestire la maglia azzurra. Lavoro per tornarci e restarci. La prima convocazione è stata un punto di partenza, ora si pensa ad arrivare più in alto possibile".

Se l’aspettava la chiamata?

"E’ stata inaspettata. La notizia me l’ha data Adriano Galliani, era felicissimo anche lui e mi ha detto che per la prima volta tre giocatori della stessa famiglia avrebbero vestito la maglia azzurra".

Ammira un giocatore attuale?

"Mi piace moltissimo Musiala del Bayern Monaco".

E che cos’è per lei il calcio?

"E’ stare bene, è essere felice. E’ condividere con i compagni una passione che è diventata lavoro. Siamo dei privilegiati e a volte non ce ne rendiamo conto".

Quanto sei cresciuto?

"Ho acquisito più consapevolezza dei miei mezzi. Questo mi fa rendere di più. L’esperienza mi aiuta a bloccare il tempo, a riflettere su quello che è più giusto fare per il mio bene. Autocritico? Forse anche troppo".

Cosa chiedi a te stesso?

"Di non fermarmi, non voglio sedermi".

Nonno Cesare cosa ti avrebbe detto?

"Sarebbe stato felice per me".

E papà Paolo cosa ti ha detto?

"Non servono parole, ci capiamo con uno sguardo”.