Barella: "Avevo perso la passione. I compagni mi hanno aiutato a uscirne"

Un Nicolò Barella intimo e personale, che si racconta a tutto tondo nel podcast "Senza vendersi mai" di Matteo Caccia. Il Corriere dello Sport riprende alcuni estratti dell'intervista del giocatore, in particolar modo quelli che riaprono il discorso legato alla salute mentale dei giocatori: "Tutti mi criticavano dicendo che non ero il solito Barella. In quel periodo non rendevo per questioni personali, sentivo di non avere passione per il calcio ed era diventato solo lavoro. Di certo non ero solo. Ne ho parlato con mia moglie, gli amici e i compagni, ma sentivo di non aiutare abbastanza la squadra e non davo quello che potevo. Il ritiro, le corse e gli allenamenti erano diventati un peso. Mi hanno aiutato a uscirne, poi è arrivato il gol col Napoli e ho ripreso a fare meglio".

Non manca anche un giudizio della stagione-scudetto: "Il calcio deve essere un gioco prima che un lavoro. Purtroppo ci sono anche gli aspetti negativi, come le critiche sui social, che possono ripercuotersi sulla vita privata e sul piano psicologico. Prima volevo sempre dimostrare, ora posso anche mettermi da parte e aiutare i miei compagni. L'anno scorso ho fatto due gol, ma è stata la stagione che mi ha reso più contento in assoluto".