Caso ultras, ammessi addebiti per intestazione fittizia con l'aggravante di agevolazione mafiosa
E’ terminato ieri il giro degli interrogatori di garanzia dei 19 arrestati nell’ambito dell’inchiesta sulle curve di Inter e Milan. Come nei giorni scorsi, ha prevalso il silenzio. In cinque, infatti, si sono avvalsi dalla facoltà di non rispondere davanti al Gip. Un sesto, invece, Cristian Ferrario, ai domiciliari, ha ammesso gli addebiti che riguardano una presunta intestazione fittizia con l'aggravante di agevolazione mafiosa.
Secondo quanto contenuto nell’ordinanza - scrive Il Corriere dello Sport - Ferrario come «prestanome di Beretta e Bellocco» incassava 40.000 euro «con causale fittizia: restituzione per cucina» al posto dei due capi ultrà come compenso di una «protezione mafiosa da loro fornita» a un conoscente «che aveva effettuato investimenti in Sardegna, osteggiati attraverso atti vandalici». In più a Ferrario, difeso dall'avvocato Mirko Perlino, oltre al trasferimento fraudolento di valori, è stata contestata l'aggravante di aver agevolato l'associazione mafiosa dei Bellocco.
Per quanto riguarda gli arrestati rimasti in silenzio, si tratta di Gianfranco Ferdico, il padre di Marco, ormai ex capo della curva interista, Renato Bosetti e Giuseppe Caminiti. Quest'ultimo, come Bellocco legato alla 'ndrangheta, è accusato anche dell'omicidio del 1992 di Fausto Borgioli, uomo della banda Turatello. Non hanno risposto alle domande nemmeno gli altri due indagati ai domiciliari, convocati come Ferrario a palazzo di giustizia.