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L’Inter è una malattia (bellissima)TUTTO mercato WEB
sabato 7 settembre 2024, 22:33Editoriale
di Fabrizio Biasin
per Linterista.it

L’Inter è una malattia (bellissima)

Siccome siamo in pieno regime di sosta e in pieno regime di sosta c’è una fava da raccontare (a meno che non si voglia inventare), vi racconto una storia. Che è una grande storia di interismo: la storia di Michele Nicastro, tifoso nerazzurro.

Qualche mese fa sono stato ospite dell’Inter Club Modica, in Sicilia, un posto meraviglioso (chevvelodicoaffà). Ho conosciuto un sacco di gente bellissima e a un bel punto mi dicono così: “Ora facciamo una video chiamata a Michele che è a Milano per lavoro. Sai perché è a Milano per lavoro?”. “Mmmm, per amore?”. “Beh, sì, per amore dell’Inter”.  
E, niente, Michele Nicastro ama l’Inter come si può amare la mamma e per un periodo fa avanti e indietro dalla profonda Sicilia per vedere a San Siro la sua squadra del cuore. La prima volta è curiosamente il 9 marzo (giorno benedetto) 2002 e Michele ha 17 anni (Inter-Juve 2-2). Il giovanotto, già innamorato dell’Inter, perde completamente la testa e inizia a fare su e giù lungo lo Stivale. E questa cosa significa “soldi  da spendere” e “tempo da investire”. Anni e anni di sacrifici non facili da affrontare per chi vive a centinaia di chilometri da Milano. Una persona “normale”, dopo un po’, che fa? Rallenta, resta a casa, coltiva altre passioni, si arrende. Lui no, neanche per idea. Anzi, rilancia alla grande. “Così non si può andare avanti, è ora di cercare un lavoro a Milano e trasferirsi”. Per l’Inter. Solo per l’Inter. 
Così fa. Michele Nicastro cerca lavoro e alla fine riesce a strappare un colloquio all’ATM (Azienda Trasporti Milanesi). Il botta e risposta è clamoroso. Domanda: “Perché si è trasferito qui a Milano?”. Risposta senza troppi giri di parole: “Per vedere più partite possibili dell’Inter”. Si gioca la carta della sincerità, il tutto per tutto, e ha una grande fortuna: il commissario è grande tifoso nerazzurro e si lasciaconquistare. È il 2016 e arriva l’assunzione, festeggiata con l’abbonamento. 
Il resto è storia. Michele si sistema a Milano, guida il suo autobus Atm e ad ogni santa partita programmata a San Siro corre ad “abbracciare” l’Inter, il suo amore più grande. In definitiva, vive la vita che ha sempre desiderato, affianco del suo amore più grande: l’Effecì. 
L’Inter è una malattia bellissima.