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Seydou Fini: "Tengo tantissimo al Genoa. Spero di essere ricordato a livello mondiale"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 19:53Serie A
di Alessio Del Lungo

Seydou Fini: "Tengo tantissimo al Genoa. Spero di essere ricordato a livello mondiale"

Seydou Fini, ala destra dell'Excelsior, è un giocatore che è ancora di proprietà del Genoa, visto che in Olanda si è trasferito in prestito. In un'intervista a Sky Sport ha raccontato le emozioni provate all'esordio con il Grifone: "Mi sentivo sulla luna, ho realizzato il sogno di una vita. Ora però sono concentrato sulla mia squadra, vogliamo tornare subito in Eredivisie".

Ma ha vissuto una vita con la maglia del Genoa addosso.
"Sono arrivato in rossoblù a sette anni ed è stato amore a prima vista. Mi voleva anche la Sampdoria, ma non ho avuto dubbi. Da piccolo per questi colori ho fatto di tutto: il tifoso, poi il raccattapalle e a volte accompagnavo i calciatori in campo. Anch’io ho un guasto d’amore. L’anno prima di esordire ero raccattapalle in Genoa-Bologna. A fine partita ho chiesto i pantaloncini a Badelj e lui me li ha regalati: ero emozionatissimo. Qualche mese dopo condividevamo lo spogliatoio da compagni di squadra: mi sentivo in paradiso".

Con l'Excelsior 6 gare, un gol e 3 assist.
"Mi sto ambientando bene, puntano molto sulle mie qualità: dribbling e velocità soprattutto. Vogliono che provi sempre a saltare l’uomo. È un campionato con molto talento. Siamo tutti giovani, in squadra l’età media è 22 anni. Giochiamo un calcio veloce e divertente: tanti spazi e tanti uno contro uno. Mi ha stupito la cura del dettaglio: abbiamo doppio allenamento tre o quattro giorni alla settimana e prepariamo la partita al millimetro, con video e analisi. Noi ragazzi sentiamo poche pressioni e molta fiducia. Sbagli? Riprovaci: non ti giudicano per un errore".

L'esperienza allo Standard Liegi come la giudica?
"Se in Olanda mi sono ambientato in fretta lo devo all’esperienza in Belgio. Vivere da solo e lontano da casa in quei mesi non è stato semplice: ho avuto un po’ di nostalgia, ma mi è servito. Ho imparato a cucinare ad esempio (ride, ndr). Sì, nulla di complicato… ma una pasta al sugo ora la so fare bene. Con la cucina ho iniziato da poco, il pallone invece è una mia fissa da sempre. Sono cresciuto guardando giocare Cristiano Ronaldo e ascoltando musica rap. I miei preferiti? Drake e Kanye West".

Chi sono i suoi idoli?
"CR7 è un modello e uno dei migliori di sempre. Poi Mbappe, quando ha vinto il Mondiale a diciotto anni mi ha lasciato a bocca aperta, ho pensato: ‘Voglio essere come lui’".


Punta a essere convocato da Spalletti?
"Esordire in Nazionale maggiore è il mio più grande obiettivo, che sia in un Mondiale o in amichevole. Intanto gioco in U19 e mi trovo bene: la maglia azzurra ha lo stesso peso a ogni livello e va sempre onorata. E poi ho giocato anche in U21, dove mi hanno colpito Cher Ndour del Besiktas e Alessandro Bianco del Monza. Cher è impressionante perché ha la tecnica e la rapidità di un brevilineo, ma è alto un metro e novanta. Bianco invece rapisce per l’intelligenza calcistica: riesce a risolvere situazioni molto complicate con una facilità incredibile".

Del Genoa cosa può dirci?
"Tengo tantissimo al Genoa e spero di poter fare bene con quei colori in futuro, è un club che lavora molto bene coi giovani".

L’ultimo a esordire è stato Honest Ahanor, classe 2008.
"Lo conosco da quando è piccolo, è un bravo ragazzo e a Genova tutti sapevamo che ce l’avrebbe fatta. In questi anni il club ha lanciato tanti giovani: Ekhator, Boci, Accornero, Lipani e così via. Gilardino è lungimirante: in passato mi ha allenato in Primavera e con lui non abbiamo mai perso una partita. È stato un bomber vero, a noi attaccanti spiega movimenti e tecniche. Mi corregge quando sono superficiale sottoporta: mi sprona a essere cattivo, a cercare sempre il gol".

Dove si vede tra 10 anni?
"Spero che il mio nome possa essere ricordato a livello mondiale. Vorrei che la gente dica: 'Lui è Seydou Fini, ha vinto questo e quel trofeo'. Farlo con il Genoa? Sarebbe bello, ma nel calcio non si sa mai: per sognare e sorridere mi basta un campo".