Contro il Como l'occasionissima per espugnare il Ferraris
Subito in campo, appena tre giorni dopo il trionfo al Tardini. Forse il Genoa avrebbe preferito scongiurare un anticipo così secco e giocare regolarmente nel week-end, così da non perdere per strada neppure un abbonato, ma esistono anche dei vantaggi indiretti: mentre Gila, ritrovato il sorriso, deve soltanto amministrare le forze dei suoi ragazzi, il suo collega Fabregas non ha tempo per recuperare alcuno degli infortunati e neppure per rivedere le bucce ad un Como piombato verticalmente nelle zone limacciose.
Grifoni e lariani sono affiancati appena fuori dal triangolo delle Bermude, ma in certi contesti lo stato d’animo non è identico e ha la sua importanza. L’en plein di Parma gonfia le vele di una squadra non più avvilita ma adesso convinta di poter dare continuità ai risultati, mentre il ko di Empoli spinge gli avversari di turno nello scoramento. Ma quanto vale il fattore psicologia in questa fase di campionato?
In casa Genoa è fermo l’intendimento di mietere un’altra vittima e prendere le distanze dal baratro. Non solo, c’è uno zero da cancellare, quello delle vittorie interne, favorito da un avversario non comodissimo. Si può fare, certo, con la spinta dei consueti trentamila e confidando in un arbitraggio meno vessatorio di quello patito contro la Fiorentina.
Il cuore indurrebbe Gilardino a non toccare minimamente l’undici così brillante di lunedì, ma è doveroso valutare il peso di un’inevitabile stanchezza soprattutto nelle giunture di un veterano come Milan Badelj, il faro della squadra, il coibente di tutto il gruppo. Il croato stringerà i denti e cercherà di rendersi utile il più a lungo possibile, e tocca all’allenatore approntare comunque un’alternativa in corso d’opera, che contemplerà l’accentramento di Frendrup in cabina di regìa.
Il solo ballottaggio reale riguarda la fascia destra, con Zanoli che forse si fa preferire a Sabelli per la sua vivacità nella metà campo rivale. Invece, il terzetto difensivo garantice un’ottima tenuta dopo che il giovane Matturro ha completato l’ambientamento. Il convalescente Bani resta il titolare, per carità, ma perché rischiarlo alla vigilia di una corroborante sosta?
Pure in avanti conferme scontante per un Pinamonti al top del morale e per un Ekhator che si è ormai calato nelle pieghe della massima serie e deve soltanto imparare a gestirsi meglio, evitando di spendere energie a vuoto. E’ destinato a diventare un protagonista, ma già adesso, nell’imminenza della maggiore età (gran festa lunedì prossimo), sa come rendersi utile.
In caso di sfinimento del fanciullo, ecco l’attesissimo debutto casalingo dell’oggetto del desiderio di tutto un popolo, super Mario, con la logica speranza che si guadagni gli applausi per una giocata felice o addirittura un sigillo pesante piuttosto che per un’altra ammonizione assolutamente evitabile.
Genoa favorito, ma attenzione a non prendere sottogamba l’impegno. I rossoblù, convincenti sotto ogni aspetto nel recente posticipo, debbono ancora confermare gli indubbi progressi nella manovra e il sensibile passo avanti quanto a incisività, tenendo presente che stavolta toccherà a loro “fare” la partita.
Il Como proviene da tre sconfitte, quattro nelle ultime cinque gare, ma il suo impianto di gioco resta apprezzabule, anche se una serie di infortuni obbliga il tecnico spagnolo (che fu una stella di prima grandezza nelle file del Barcellona) ad improvvisare, spostando addirittura un difensore centrale a centrocampo. Nel 4-2-3-1 azzurro brillano i tedeschi Engelhardt e Kempf, il tascabile Strefezza (che ricordiamo protagonista a Lecce), i collaudati Cutrone e Belotti, due nomi noti, che si alternano in avanscoperta.
Il pericolo numero uno, però, è un ventenne iberico-argentino dalle enormi potenzialità, Nicolas Paz sta dispensando delizie: tanto che il Ct della Nazionale albiceleste Lionel Scaloni lo ha già convocato in vista delle prossime partite. Un talento fulgido, che nel panorama del nostro campionato si è già imposto tra le primarie rivelazioni.
Due notazioni a margine. La prima si richiama all’abissale divario tra le due proprietà in ballo: mentre quella genoana è vicina al tracollo finanziario e si gioca la sopravvicenza, quella lariana è senz’altro la più facoltosa nel panorama italiano. In campo vanno i calciatori e non i dollaroni, come attestano i risultati, ma un po’ di invidia concedetela.
La seconda diversione è di carattere organizzativo. Genoa-Como si gioca di giovedì sera, in spregio ai contemporanei appuntamenti di Europa League. Domanda: ma non c’era un divieto? Inoltre, due ore e mezzo prima del fischio d’inizio si inaugurerà il Palasport genovese con la sfida di basket femminile tra le azzurre e la Repubblica Ceka, con prevedibile caos nella zona di piazzale Kennedy. Forse in seno allo sport italiano e nei rapporti con gli enti locali c’è un difetto di comunicazione…
PIERLUIGI GAMBINO