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Fiorentina-Inter, nulla da perdere per i Viola
Firenze sogna i suoi Giochi Proibiti
Lanciata verso una sfida di grande fascino come quella all’Inter e con una classifica da favola.
La Fiorentina di oggi fa sognare a occhi aperti, tanto che rileggendo il passato serve tornare parecchio indietro per ritrovare un gruppo capace di far meglio degli uomini di Palladino. Perché per i viola la posizione di (alta) classifica non è una novità, ma la striscia di 7 vittorie consecutive racconta di un exploit tutt’altro che casuale.
Fattore continuità – Già perché un conto sono le vittorie a cavallo tra due campionati, come accaduto alla Fiorentina del secondo scudetto o a quella guidata da Batistuta e Rui Costa, e un altro quelle raccolte in un’unica stagione. Così non c’è da stupirsi se nel mirino di Kean e compagni può finire la serie da 8 successi collezionata nel 1959-1960 da quella squadra viola capitanata da Chiappella e trascinata in attacco da Hamrin e Montuori fino al secondo posto finale.
Le letture di Palladino – Insomma tra i (tanti) meriti ascrivibili al tecnico c’è soprattutto una continuità di gioco e risultati che oltre a spingere il gruppo viola in alto in classifica non ha fatto altro che accrescere l’autostima di ogni singolo. Superata la partenza complicata l’allenatore ha semplificato il compito di molti calciatori cambiando sistema di gioco, ma nelle ultime sfide è riuscito ad andare oltre, intervenendo nei momenti determinanti delle partite come avvenuto anche a Como. Blindando successi che in passato la Fiorentina non era riuscita a difendere.
La Fiorentina di oggi fa sognare a occhi aperti, tanto che rileggendo il passato serve tornare parecchio indietro per ritrovare un gruppo capace di far meglio degli uomini di Palladino. Perché per i viola la posizione di (alta) classifica non è una novità, ma la striscia di 7 vittorie consecutive racconta di un exploit tutt’altro che casuale.
Fattore continuità – Già perché un conto sono le vittorie a cavallo tra due campionati, come accaduto alla Fiorentina del secondo scudetto o a quella guidata da Batistuta e Rui Costa, e un altro quelle raccolte in un’unica stagione. Così non c’è da stupirsi se nel mirino di Kean e compagni può finire la serie da 8 successi collezionata nel 1959-1960 da quella squadra viola capitanata da Chiappella e trascinata in attacco da Hamrin e Montuori fino al secondo posto finale.
Le letture di Palladino – Insomma tra i (tanti) meriti ascrivibili al tecnico c’è soprattutto una continuità di gioco e risultati che oltre a spingere il gruppo viola in alto in classifica non ha fatto altro che accrescere l’autostima di ogni singolo. Superata la partenza complicata l’allenatore ha semplificato il compito di molti calciatori cambiando sistema di gioco, ma nelle ultime sfide è riuscito ad andare oltre, intervenendo nei momenti determinanti delle partite come avvenuto anche a Como. Blindando successi che in passato la Fiorentina non era riuscita a difendere.
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