LA VIOLA PERDE (DOPO 3 MESI) LA GARA, ITALIANO LO STILE E IL RISPETTO
Purtroppo non abbiamo suonato la nona, non abbiamo trovato quel Beethoven che potesse indirizzare la gara verso un’altra vittoria che avrebbe fatto brillare ancora di più il già entusiasmante campionato della Fiorentina. Credo che non ci sia motivo per fare drammi visto che ieri è stato l’ennesimo giorno nero che colpisce la squadra e la società nella persona del nostro allenatore che ha perso la mamma. Devo dire che quando ho letto la notizia ho pensato che ci fosse bisogno di qualche benedizione particolare per il nostro gruppo perché queste disgrazie cominciano ad essere un po’ troppe e troppo ravvicinate.
C’è da dire che dopo il malore di Bove la Fiorentina non è riuscita, nella partita subito seguente in Coppa Italia contro l’Empoli, ad omaggiare il compagno in ospedale con una vittoria e purtroppo è pure uscita dalla competizione. Anche ieri, con il grave lutto occorso al Mister, la squadra non è stata capace di dare all’allenatore il piccolo conforto che può essere una vittoria di calcio davanti ai dolori veri della vita. Certo è che Palladino avrà altri sentimenti da gestire in queste ore e tutti noi gli siamo vicini con grande affetto.
Proprio sui sentimenti ora mi vorrei soffermare perché quello che mi ha dato fastidio del match di ieri al Dall’Ara è stato l’atteggiamento di Italiano a fine gara. Ho trovato molto carino che prima del fischio iniziale sia andato a salutare tutto lo staff viola e tutta la panchina, ho pensato che realmente i tre anni trascorsi a Firenze non li abbia dimenticati e che ognuno poi, com’è giusto che sia, faccia il suo gioco. Ricordo perfettamente come a Firenze, soprattutto negli ultimi tempi, Vincenzino sia stato il capro espiatorio di molti, come una parte abbondante della tifoseria lo ritenesse il colpevole principale dei problemi viola.
Io l’ho sempre difeso, sono anche ora convinta che se avesse avuto la rosa attuale qualche soddisfazione ce la saremmo tolta ma, proprio perché c’è stata una separazione consensuale, non capisco le esternazioni esagerate e smodate che l’ex tecnico gigliato ha mostrato in campo al gol del Bologna ma più che altro alla fine dell’incontro. Un briciolo di rispetto e di connessione col cervello per ricordarsi che, comunque, poche ore prima della partita il suo collega viola aveva perso la madre era impossibile aspettarsela?
Se voleva togliersi dei sassolini dalla scarpa lo ha fatto vincendo, ha zittito i suoi denigratori portandosi via i tre punti in palio, ma era proprio necessario fare quei salti, quelle acrobazie davanti ai calciatori della Fiorentina che erano stati investiti da un nuovo evento doloroso? Credo che ci sia stata una brutta caduta di stile. Forse ha ritenuto più importante esternare la sua soddisfazione e chissà, a questo punto, quale calorosa accoglienza gli verrà riservata quando tornerà al Franchi. Immagino già come si stiano caricando a pallettoni quelli che dal parterre di tribuna lo “salutavano” durante le partite dello scorso campionato!
Ci sarebbe poi da capire se la Fiorentina è in debito di un rigore (negli ultimi anni la Viola non ha mai vinto con l’arbitro Fabbri) ma resta il fatto che la squadra ieri non è stata arrembante come negli ultimi incontri, non è stata nemmeno cinica a sfruttare le occasioni che le sono capitate con Gudmundsson, Kean o Cataldi, tanto per citarne alcuni, e nel secondo tempo è proprio crollata sotto la carica dei bolognesi che sono andati in gol al 58’. I felsinei hanno anche avuto la possibilità di fare un risultato più rotondo ma De Gea e il palo hanno aiutato i viola nel tenere aperto il punteggio fino alla fine ma non c’è stato verso di raddrizzare la gara.
Resto però dell’idea che non si debba crucciarsi più del dovuto, la Fiorentina ha fatto tre mesi stupendi, se si pensa che l’ultima sconfitta in campionato risale a quella di Bergamo giusto il 15 settembre, non si può che pensare positivo e ricaricarsi per la Conference che ritorna giovedì.
La Signora in viola