
Il miglior Vojvoda e la legge dell'ex. C'era l'Arabia, a febbraio ha preferito il Como
Mërgim Vojvoda ieri pomeriggio ha confermato di essere in un ottimo momento di forma. Nel Como che ha ritrovato la vittoria anche in casa ed è ormai sempre più vicino alla salvezza c'è infatti anche lo zampino dell'ex granata: suo l'assist al bacio per il gol di Tasos Douvikas, centravanti greco che ha deciso la sfida contro il Torino. E' stata la riproposizione di quanto avvenuto due partite prima, nella sfida pareggiata 1-1 contro l'Empoli. Nel mezzo per Vojvoda anche il gol del definitivo 1-3 nella sfida contro il Monza.
Da quando ha lasciato il Torino per trasferirsi al Como il terzino con oltre 50 presenze nella nazionale kosovara sembra essere rinato. Ci ha messo un po' per carburare, c'era da smaltire un infortunio al polpaccio. Ma nelle ultime gare ha letteralmente rubato la scena dando un contributo fondamentale nella corsa salvezza. "Sono un giocatore che conosce bene la Serie A, sono già cinque anni che affronto questo campionato. Mi metto a disposizione del mio allenatore Fabregas, poi sarà lui a decidere di volta in volta dove schierarmi. Io sono pronto a dare una mano", disse Vojvoda una settimana fa. Parole che fotografano bene il suo apporto a stagione in corso.
E dire che il trasferimento il 3 febbraio era tutt'altro che scontato. Già perché Vojvoda, che era in scadenza col Torino, aveva già maturato da tempo l'idea di andare via a fine stagione. Non era stato raggiunto l'accordo per il rinnovo e le parti erano pronte a salutarsi a giugno: per Vojvoda si era anche fatto avanti un club dell'Arabia Saudita pronto a ingaggiarlo a parametro zero con un contratto economicamente importante.
L'affare era apparecchiato, ma il Como l'ultimo giorno di calciomercato ha sparigliato le carte. Pur di averlo subito a disposizione il club lombardo ha avanzato un'offerta da 2.5 milioni di euro per il solo cartellino, l'offerta giusta per strapparlo al Torino e per silenziare le sirene arabe. Dal giorno dopo Vojvoda avrebbe potuto firmare con qualsivoglia club un contratto valido dal prossimo primo luglio senza pagare il cartellino, ma a Fabregas tutto ciò importava poco. Lo voleva subito e sta avendo ragione lui (ancora una volta).
Da quando ha lasciato il Torino per trasferirsi al Como il terzino con oltre 50 presenze nella nazionale kosovara sembra essere rinato. Ci ha messo un po' per carburare, c'era da smaltire un infortunio al polpaccio. Ma nelle ultime gare ha letteralmente rubato la scena dando un contributo fondamentale nella corsa salvezza. "Sono un giocatore che conosce bene la Serie A, sono già cinque anni che affronto questo campionato. Mi metto a disposizione del mio allenatore Fabregas, poi sarà lui a decidere di volta in volta dove schierarmi. Io sono pronto a dare una mano", disse Vojvoda una settimana fa. Parole che fotografano bene il suo apporto a stagione in corso.
E dire che il trasferimento il 3 febbraio era tutt'altro che scontato. Già perché Vojvoda, che era in scadenza col Torino, aveva già maturato da tempo l'idea di andare via a fine stagione. Non era stato raggiunto l'accordo per il rinnovo e le parti erano pronte a salutarsi a giugno: per Vojvoda si era anche fatto avanti un club dell'Arabia Saudita pronto a ingaggiarlo a parametro zero con un contratto economicamente importante.
L'affare era apparecchiato, ma il Como l'ultimo giorno di calciomercato ha sparigliato le carte. Pur di averlo subito a disposizione il club lombardo ha avanzato un'offerta da 2.5 milioni di euro per il solo cartellino, l'offerta giusta per strapparlo al Torino e per silenziare le sirene arabe. Dal giorno dopo Vojvoda avrebbe potuto firmare con qualsivoglia club un contratto valido dal prossimo primo luglio senza pagare il cartellino, ma a Fabregas tutto ciò importava poco. Lo voleva subito e sta avendo ragione lui (ancora una volta).
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