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Varane: "Il calcio sta andando fuori giri. Io resto al Como, ecco perché mi sono ritirato"
Raphael Varane si è ritirato dal calcio giocato dopo un'estate nella quale aveva firmato con il Como e sembrava pronto a intraprendere un'avventura in Serie A: "Forse non potremo cambiare il mondo - dice in un'intervista a L'Equipe -, ma dobbiamo fare diversamente a partire da adesso. Ne ho parlato anche quando giocava, e non era per sottolineare i miei problemi, ma quelli del calcio in generale. Sta andando fuori giri e la macchina potrebbe esplodere. E parlo anche della salute mentale dei calciatori".
Varane entra nel dettaglio: "Ci sono sempre meno giocatori geniali, si vede meno creatività e sempre più fisicità. Il calcio dovrebbe essere un gioco di errori e invece oggi ce ne sono pochi, è tutto molto robotico. Quello che lascia più libertà ai suoi giocatori di muoversi e di creare è Carlo Ancelotti, non come le nuove generazioni. All’inizio della mia ultima stagione al Manchester United mi dicevo che mi sarebbe piaciuto finire lì la mia carriera, per prolungare un po’ la mia avventura. Ciò non è accaduto e l’estate è stata molto movimentata. Cercavo un qualcosa di speciale ed ho trovato il Como. Con lo United ho chiuso con una vittoria in Coppa, ma sapevo già che il progetto del club non faceva per me. Quello del Como si distingueva, non era esotico, non era un discorso economico, ma a livello umano tutto aveva un senso".
Infine ha spiegato i motivi per cui ha lasciato questo sport: "Speravo di riuscire a giocare ancora, ma quando mi sono infortunato l’11 luglio, ho capito che era finita. Lo sapevo, non era una cosa grave ma il fatto che fosse un problema al ginocchio sinistro per me era un segnale. Il mio ginocchio sinistro ha compensato quello destro dal 2013, è stato grazie ad esso che ho trovato l’equilibrio nello squilibrio. Quindi, se il ginocchio sinistro mi dice che è stufo, io devo ascoltarlo. Questo infortunio mi ha fatto tornare in una spirale e l’equilibrio tra sacrifici e piacere era venuto meno. Il mio futuro sarà al Como. Ho ancora molto da portare al calcio. Vado alla ricerca della creatività e della libertà, non di movimenti robotici e bilanciati".
Varane entra nel dettaglio: "Ci sono sempre meno giocatori geniali, si vede meno creatività e sempre più fisicità. Il calcio dovrebbe essere un gioco di errori e invece oggi ce ne sono pochi, è tutto molto robotico. Quello che lascia più libertà ai suoi giocatori di muoversi e di creare è Carlo Ancelotti, non come le nuove generazioni. All’inizio della mia ultima stagione al Manchester United mi dicevo che mi sarebbe piaciuto finire lì la mia carriera, per prolungare un po’ la mia avventura. Ciò non è accaduto e l’estate è stata molto movimentata. Cercavo un qualcosa di speciale ed ho trovato il Como. Con lo United ho chiuso con una vittoria in Coppa, ma sapevo già che il progetto del club non faceva per me. Quello del Como si distingueva, non era esotico, non era un discorso economico, ma a livello umano tutto aveva un senso".
Infine ha spiegato i motivi per cui ha lasciato questo sport: "Speravo di riuscire a giocare ancora, ma quando mi sono infortunato l’11 luglio, ho capito che era finita. Lo sapevo, non era una cosa grave ma il fatto che fosse un problema al ginocchio sinistro per me era un segnale. Il mio ginocchio sinistro ha compensato quello destro dal 2013, è stato grazie ad esso che ho trovato l’equilibrio nello squilibrio. Quindi, se il ginocchio sinistro mi dice che è stufo, io devo ascoltarlo. Questo infortunio mi ha fatto tornare in una spirale e l’equilibrio tra sacrifici e piacere era venuto meno. Il mio futuro sarà al Como. Ho ancora molto da portare al calcio. Vado alla ricerca della creatività e della libertà, non di movimenti robotici e bilanciati".
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