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Fallimento Milan: non ci sono altre parole. Theo sì, ma prima?! Tutto buttato
Il Milan è eliminato dalla Champions League ai playoff dal piccolo Feyenoord, squadra volenterosa ed energica, ma poco più. Il Milan è eliminato dalla Champions League per colpa di Theo Hernandez che, tra primo tempo e inizio ripresa, si concede una doppia ingiustificabile follia con due ammonizioni stupide che costano espulsione a lui e qualificazione alla squadra. 1-1 il risultato finale di ieri a San Siro, 1-2 quello on aggregate: Feyenoord avanti, fallimento Milan.
Buttata via
Ma i motivi di questa eliminazione non si fermano alla vergognosa - l'ennesima - prova di Theo Hernandez. È vero, certo, che i rossoneri avevano ampiamente messo tutti sui giusti binari con la partenza sprint col gol di Gimenez e con un inizio ripresa molto incoraggiante, ma questa squadra ha buttato la qualificazione - pur non compromettendola - già prima. A Zagabria, era fine gennaio, il Milan aveva più di un piede negli ottavi di finale: bastava vincere contro i modestissimi croati allenati da Fabio Cannavaro. E invece: prestazione indegna, errore di Gabbia e sconfitta. A Rotterdam stessa solfa: prestazione di basso livello, errore di Maignan e sconfitta. E tutta questa superficialità, prima o poi, la paghi. E il Milan ne ha avuta in abbondanza durante tutto l'arco della stagione.
Ammazzati
Il fallimento è testimoniato anche dalle parole di Ibrahimovic: "Siamo arrabbiati con noi stessi: noi abbiamo perso e l'avversario è stato più forte. Ci siamo ammazzati da soli. Non siamo arrabbiati con l'arbitro. È colpa nostra, non ci sono scuse o lamentazioni. Dobbiamo guardarci allo specchio e vedere cosa abbiamo sbagliato". Conceicao si prende le responsabilità, almeno pubblicamente: "La faccia di questa eliminazione è di Sergio Conceicao e non di Theo. Di colpe ne abbiamo anche noi e adesso dobbiamo pensare al campionato: c'è il campionato, la Coppa Italia. Dobbiamo essere più forti e lavorare di più". Con un fallimento in più sul groppone.
Buttata via
Ma i motivi di questa eliminazione non si fermano alla vergognosa - l'ennesima - prova di Theo Hernandez. È vero, certo, che i rossoneri avevano ampiamente messo tutti sui giusti binari con la partenza sprint col gol di Gimenez e con un inizio ripresa molto incoraggiante, ma questa squadra ha buttato la qualificazione - pur non compromettendola - già prima. A Zagabria, era fine gennaio, il Milan aveva più di un piede negli ottavi di finale: bastava vincere contro i modestissimi croati allenati da Fabio Cannavaro. E invece: prestazione indegna, errore di Gabbia e sconfitta. A Rotterdam stessa solfa: prestazione di basso livello, errore di Maignan e sconfitta. E tutta questa superficialità, prima o poi, la paghi. E il Milan ne ha avuta in abbondanza durante tutto l'arco della stagione.
Ammazzati
Il fallimento è testimoniato anche dalle parole di Ibrahimovic: "Siamo arrabbiati con noi stessi: noi abbiamo perso e l'avversario è stato più forte. Ci siamo ammazzati da soli. Non siamo arrabbiati con l'arbitro. È colpa nostra, non ci sono scuse o lamentazioni. Dobbiamo guardarci allo specchio e vedere cosa abbiamo sbagliato". Conceicao si prende le responsabilità, almeno pubblicamente: "La faccia di questa eliminazione è di Sergio Conceicao e non di Theo. Di colpe ne abbiamo anche noi e adesso dobbiamo pensare al campionato: c'è il campionato, la Coppa Italia. Dobbiamo essere più forti e lavorare di più". Con un fallimento in più sul groppone.
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