Inter in panciolle: il Cagliari "dura" (per modo di dire) un tempo. Ora per Inzaghi c'è la Supercoppa
Tutto fin troppo facile.
Un tempo per studiare l’avversario, il primo, e il secondo tempo per annichilirlo. L’Inter non ha fatto fatica a sbarazzarsi dell’evanescente Cagliari di Davide Nicola, nonostante una prima frazione più o meno equilibrata in cui comunque, giova dirlo, i nerazzurri hanno avuto almeno tre occasioni nitide per passare in vantaggio, a fronte dell’unica chance dei sardi (il tiro da fuori area di Adopo).
A centrocampo la chiave del largo successo nerazzurro
La differenza, evidentissima, tra gli isolani e i meneghini risiede nella qualità e nello spessore dei rispettivi reparti di centrocampo. Mentre l’Inter, con la tecnica individuale e coi movimenti ormai mandati a memoria dei suoi palleggiatori e degli esterni offensivi – Dimarco e Dumfries – sa sempre trovare soluzioni per andare a concludere con pericolosità, il Cagliari manca quasi totalmente di incisività e di fosforo tra le linee. Il centrocampo proposto da Nicola, con Makoumbou e Adopo centrali e Zortea e Augello larghi sulle fasce, ha retto l’urto nerazzurro nel primo tempo, quando i ritmi erano più bassi e, tutto sommato, i cagliaritani hanno svolto discretamente il lavoro di rottura e ripartenza.
Nella ripresa Inter in cattedra contro un Cagliari da "Chi l'ha visto?"
Ma nella ripresa, quando l’Inter ha spinto sull’acceleratore e ha trovato il gol del vantaggio con Bastoni, la formazione rossoblù ha mostrato una sconcertante incapacità di ribaltare il fronte e di sviluppare gioco palla a terra. E a nulla sono valsi i cambi effettuati da Nicola, che ha inserito Marin e Pavoletti al posto dell’ectoplasmatico Gaetano e di Obert. La zona nevralgica del campo è diventata inesorabile terra di conquista per i nerazzurri, che hanno giganteggiato anche su tutte le seconde palle, complice un calo nervoso dei rossoblù ormai privi di nerbo e di spirito combattivo.
I rossoblù di Nicola hanno urgente bisogno di rinforzi
In definitiva, l’undici di Simone Inzaghi può approcciare la Supercoppa Italiana con tre punti e tre gol. E con le maglie appena appena sudate – per quarantacinque minuti - all’Unipol Domus. Il Cagliari deve seriamente iniziare a pensare di cambiare approccio e filosofia di gioco: la soluzione offensiva con il solo Piccoli sostenuto da Gaetano, ormai è chiaro, non sortisce gli effetti sperati. E almeno un innesto di qualità a centrocampo e un attaccante di categoria sono assolutamente necessari (il mercato invernale inizia tra poco, vero Giulini e Bonato?), perché quattordici punti in diciotto partite parlano forte e chiaro.