Questo City ha bisogno dello strizzacervelli. Pep non sa più a che santo votarsi: è la fine di un'era?
A questo punto viene difficile anche azzardare ulteriori valutazioni o fare commenti che non ripetano quanto già detto e stradetto.
Il City è in totale balia dei suoi stessi errori
Il Manchester City è precipitato in un pozzo senza fondo. Non ci sono attualmente segnali che lascino presagire un risveglio o anche solo una riscossa dell’undici di Pep Guardiola, che sembra avvitarsi sulla sua stessa dabbenaggine e sui suoi errori cronici. Verrebbe francamente da pensare che i Citizens non riguardino le loro partite precedenti e che non tengano minimamente conto delle lacune messe in mostra sia in Premier che in Champions League per provare a colmarle.
Ogni gara infatti, sia in ambito nazionale che a livello europeo, ripropone sempre le stesse, medesime criticità. E nessuno pare far niente per correggerle. Contro l’Aston Villa questo pomeriggio Kovacic e compagni hanno dato vita all’ennesima prestazione censurabile della loro disgraziata stagione. Già dopo pochi secondi gli attaccanti di Unai Emery sono volati indisturbati verso la porta di Ortega, il quale ha compiuto il primo di diversi miracoli che hanno consentito ai Campioni d’Inghilterra di limitare il passivo al Villa Park.
La fase difensiva è diventata imbarazzante
La fase difensiva del City è semplicemente imbarazzante. L’idea di tenere la retroguardia alta per comandare il gioco è quantomai moderna e anche potenzialmente vincente, ma non se i difensori applicano completamente fuori sincrono la trappola del fuorigioco e se non riescono mai a recuperare sugli avversari quando vengono presi d’infilata con le verticalizzazioni (almeno quattro-cinque volte in ogni partita).
I Campioni d'Inghilterra giocano al rallentatore
Queste “ingenuità” i celesti di Manchester le commettevano anche prima, ma in maniera meno grossolana e, soprattutto, non così frequente. Oggi sistematicamente il City concede alle squadre che affronta almeno quattro uno contro uno davanti al portiere. E in più, a differenza di ciò che accadeva in precedenza, non riesce a sviluppare costruttivamente il suo gioco. In sostanza, dalla metà campo in su i giocatori di Guardiola fanno esattamente quello che facevano prima, ovvero fanno circolare la sfera fino a trovare la possibile imbucata centrale o esterna, ma al rallentatore. Di conseguenza non sono mai pericolosi e i rivali fanno a tempo a chiudersi e a ripartire in campo aperto con una velocità irrisoria.
L'eliminazione dalla Champions è dietro l'angolo
Se la gara con l’Aston Villa fosse finita 4 o 5-1 (anziché 2-1) per gli uomini di Emery non ci sarebbe stato nulla da obiettare. Insomma, non si capisce come il soldato Guardiola possa salvare il salvabile. Anche perché la clamorosa eliminazione dalla Champions League, di questo passo, è veramente dietro l’angolo.