Amorim-Manchester United: una manna dal cielo per i Red Devils, un disastro per lo Sporting Lisbona
L’approdo di Rúben Amorim dallo Sporting Lisbona al Manchester United sarebbe, se (come ormai sembra scontato) verrà confermato, allo stesso tempo una grande scommessa e un grande peccato.
Una grande scommessa e un grande peccato
Una grande scommessa perché il tecnico lusitano è giovane, ha idee, pratica un calcio totale e si dedica maniacalmente alla gestione tecnica e tattica del suo gruppo. Tradotto: esattamente quello che ci vuole per una squadra come il Manchester United, inspiegabilmente precipitata negli ultimi anni (nonostante il curriculum e le indubbie capacità di Erik ten Hag) in uno stato di perenne confusione e malcontento.
Un grande peccato perché Amorim, allo Sporting, aveva costruito una macchina praticamente perfetta. Una squadra che funzionava come un orologio svizzera: bella, organizzata e spensierata. La fase offensiva dei lusitani, non a caso, è oggetto di studio da parte di addetti ai lavori di mezza Europa. E non potrebbe essere altrimenti alla luce dei risultati fin qui conseguiti: nove vittorie su nove partite in campionato (con ben trenta gol segnati e solo due subiti) e sette punti conquistati, con due vittorie e un pareggio, nelle prime tre giornate di Champions League.
Lo Sporting fin qui era stato una macchina perfetta
Lo Sporting va in gol in tutti i modi, ma soprattutto sfruttando la strepitosa vena realizzativa di Gyokeres, centravanti svedese che in questo avvio di stagione, esaltato dal gioco spumeggiante e corale di Amorim, ha fatto sfracelli. Il rischio, tra l’altro, è che l’addio del comandante e architetto dei biancoverdi possa scatenare un effetto-domino, inducendo anche alcuni giocatori (già si parla di forti malumori dello stesso Gyokeres, col quale Amorim aveva condiviso il progetto tecnico di inizio stagione finalizzato a creare un grande Sporting) a migrare verso altri lidi.