Il mistero dell'Atalanta-Giano Bifronte: svagata e vulnerabile in campionato, letale in Champions League
Un mistero chiamato Atalanta. Una squadra sempre spettacolare, intraprendente e propositiva ma che finora, almeno in serie A, è parsa la controfigura calcistica di dr. Jekyll e Mister Hyde.
Dea (quasi) perfetta in Champions League ma balbettante in campionato
Partite vinte di goleada, soverchiando l’avversario in tutto e per tutto, e gare perse inopinatamente, subendo gol a grappoli e dando una sensazione generale di svagatezza e di scarsa concentrazione. Il 2-3 interno contro il Como ad esempio, per quanto quella lariana sia una compagine tecnicamente valida e dalle idee tattiche innovative, grida ancora vendetta.
Al contrario, finora in Champions League l’undici di Gasperini ha sempre convinto. Il brillante pareggio interno contro il temibilissimo Arsenal e la vittoria in “surplace” ottenuta in trasferta ai danni dello Shakhtar hanno ribadito l’ormai consolidata dimensione internazionale della Dea. E allora cos’è mancato ai nerazzurri per recitare un ruolo da protagonisti nelle prime sette giornate di campionato?
Il problema è nella testa
La fase offensiva, nonostante la pesante assenza di Scamacca, non è mai stata un problema. L’Atalanta produce (spesso dilapidandole) un gran numero di palle gol. Contro qualunque avversario. In questo senso l’unica eccezione è stata rappresentata dalla sfida di San Siro con l’Inter: classico incidente di percorso. Gara iniziata male e finita peggio. E allora l’altalena di risultati in serie A può essere attribuita a una mancanza generale di concentrazione, specie nelle partite meno stimolanti e prestigiose, che ha messo ulteriormente in risalto qualche (reiterata) lacuna in fase difensiva.
Un calendario favorevole in Italia e in Europa
Ma se l’Atalanta è quella vista contro il Genoa (e contro lo Shakhtar) è lecito guardare ai prossimi impegni con grande ottimismo. In campionato le due sfide contro Venezia (al “Penzo”) e Verona (al Gewiss Stadium) rappresentano una ghiotta occasione per centrare sei punti che riporterebbero Lookman e compagni nei quartieri alti della classifica. Là dove devono stare, insomma: zona Champions con prospettiva (perché no?) tricolore. Al contempo, gli appuntamenti europei contro Celtic (cenerentola della competizione) e Stoccarda (squadra quadrata ma tecnicamente inferiore alla Dea) potrebbero rivelarsi il lasciapassare decisivo per la qualificazione al turno successivo. Un obiettivo ampiamente alla portata della banda-Gasp. A patto che la condizione fisica e – soprattutto – quella psicologica tornino a livelli ottimali.