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Milan e Juve: due vittorie, due storie diverse. Il Diavolo azzanna finalmente la gara fin dal primo minuto, mentre Madama resta bella ma in parte incompiutaTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca 2024 @fdlcom
Oggi alle 01:58Champions Insights
di Matteo Bordiga
per Tuttochampions.it

Milan e Juve: due vittorie, due storie diverse. Il Diavolo azzanna finalmente la gara fin dal primo minuto, mentre Madama resta bella ma in parte incompiuta

Le due vittorie ottenute ieri in campionato rappresentano una grande iniezione di fiducia per Milan e Juventus in vista del prossimo impegno di Champions League, rispettivamente contro Club Brugge e Stoccarda. Ma i successi dei rossoneri e dei bianconeri sono maturati in contesti e in situazioni completamente diverse tra di loro.

Milan, obiettivo centrato: l'approccio è quello giusto

Il Milan ha compiuto il passo in avanti più importante, che i tifosi si aspettavano quasi come un atto dovuto, dopo il semi-disastro di Firenze: ha centrato in pieno l’approccio alla partita. L’Udinese, avversario mai facile da affrontare, è stata letteralmente travolta dalla prima mezz’ora di Pulisic e compagni, interpretata con veemente aggressività e con la ferocia agonistica dei tempi migliori. La squadra di Fonseca, allargando costantemente il gioco e proponendosi in avanti con continue folate avvolgenti, ha trovato ben presto il gol del vantaggio e ha creato svariate occasioni per raddoppiare. L’espulsione di Reijnders ha ovviamente cambiato l’inerzia del match, e a quel punto l’Udinese è stata forse un po’ troppo molle nell’azzannare i rossoneri, che hanno fatto appello a tutte le loro risorse fisiche e psicologiche e hanno resistito con le unghie e con i denti. La dea bendata alla fine li ha premiati, perché i due gol annullati ai friulani per due fuorigioco millimetrici gridano vendetta.

Ma anche se gli ospiti avessero pareggiato non sarebbe cambiata la sostanza: finalmente il Milan, finché è rimasto in parità numerica, ha dimostrato di voler e saper comandare il gioco fin dal primo minuto, mettendo in campo quella personalità che era mancata in molte delle recenti apparizioni. E non esiste miglior viatico in vista della sfida, già decisiva, al Club Brugge di martedì prossimo.

La Juventus conferma i suoi pregi e i suoi difetti

Discorso differente per la Juventus. I bianconeri, favoriti dalla pur sacrosanta espulsione del laziale Romagnoli nel cuore del primo tempo, hanno messo in mostra i consueti pregi e difetti. A un’ottima circolazione di palla e a una brillante fase di prima costruzione, infatti, raramente – pur se in superiorità numerica – hanno fatto riscontro lucidità e incisività in fase di finalizzazione. Sicuramente la ripresa è stata più convincente del primo tempo, ma fermo restando che i tre punti portati a casa – pur se giunti grazie a un autogol biancoceleste all’85’ – non fanno una piega, resta quella sensazione di evanescenza e di scarsa risolutezza del reparto avanzato. Un problema che la Vecchia Signora si porta dietro da diverse partite, come quelle contro Roma, Empoli, Napoli e Cagliari. Senza dimenticare il grigio primo tempo contro il Genoa a Marassi, prima che in avvio di ripresa una clamorosa ingenuità di De Winter scardinasse una gara fin lì “anestetizzata”.  

Thiago Motta, serve maggiore forza d'urto là davanti

Certo, i sei punti ottenuti da Vlahovic e compagni nelle prime due uscite di Champions League infondono sicurezza, e l’impegno casalingo con lo Stoccarda non è certo proibitivo. Ma per restare competitivi nel lungo periodo a livello internazionale occorrerà bandire fronzoli e orpelli e migliorare la forza d’urto e la concretezza della batteria offensiva.