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Capozucca: "Non avrei scommesso su Nicola allenatore, in campo era un pazzo scatenato"
Stefano Capozucca, ex direttore sportivo del Cagliari, ha rilasciato alcune dichiarazioni proprio sui rossoblù ai microfoni di Videolina: "Il Cagliari siamo abituati a vederlo lottare. Ha preso un allenatore, dopo il "maestro", idoneo. A Cagliari ci vuole temperamento e hanno trovato l'allenatore giusto. Il suo organico è giusto per il raggiungimento della salvezza".
Su Davide Nicola.
"Ho avuto tanti allenatori, giocatori. Da Gasperini a Nicola, questo dimostra che non sono un giovanotto. L'unico su cui non avrei scommesso un dollaro era proprio Nicola, sul suo futuro di allenatore. Era un pazzo scatenato da giocatore. Poi ha dimostrato di essere un grande allenatore. Non dimentichiamoci le sue imprese. Nicola è un allenatore preparato, meticoloso, studioso e ha voglia di emergere. Sono convinto che farà bene".
Sul mercato.
"Non giudico mai perché non è giusto, sono colleghi. Bonato è un amico e ha fatto il massimo in base alle disponibilità e ha ottenuto il massimo"
Su Pavoletti.
"Sono contento, ha il Cagliari scolpito nel cuore. Fuori dal campo l'ho frequentato, lui e la sua famiglia. E' un ragazzo d'oro. Dopo Venezia ho visto il dolore nei suoi occhi, non come giocatore ma proprio come uomo".
Su Davide Nicola.
"Ho avuto tanti allenatori, giocatori. Da Gasperini a Nicola, questo dimostra che non sono un giovanotto. L'unico su cui non avrei scommesso un dollaro era proprio Nicola, sul suo futuro di allenatore. Era un pazzo scatenato da giocatore. Poi ha dimostrato di essere un grande allenatore. Non dimentichiamoci le sue imprese. Nicola è un allenatore preparato, meticoloso, studioso e ha voglia di emergere. Sono convinto che farà bene".
Sul mercato.
"Non giudico mai perché non è giusto, sono colleghi. Bonato è un amico e ha fatto il massimo in base alle disponibilità e ha ottenuto il massimo"
Su Pavoletti.
"Sono contento, ha il Cagliari scolpito nel cuore. Fuori dal campo l'ho frequentato, lui e la sua famiglia. E' un ragazzo d'oro. Dopo Venezia ho visto il dolore nei suoi occhi, non come giocatore ma proprio come uomo".
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