
Imborgia: "Chi ha gestito i rinvii ha fatto un po' di confusione, come al solito"
Antonio Imborgia ha parlato ai microfoni di Radio Firenze Viola e si è soffermato sulla gara in programma domani tra Cagliari e Fiorentina:
La permanenza della Fiorentina a Cagliari per due giorni in più del previsto potrebbe cambiare il rendimento della squadra di Palladino in campo?
"Non è un problema per calciatori professionisti abituati a continui spostamenti. Ma anche per un club abituato come la Fiorentina. Questi sono problemi fastidiosi per la gestione di come puoi affrontare gli allenamenti. Per esempio il Parma, che sapeva di non giocare, ha fatto un allenamento leggero. Chi ha gestito i rinvii ha fatto un po' di confusione, come al solito".
Cosa ne pensa di come è stato gestito il lutto e il conseguente rinvio di alcune partite nel calcio italiano?
"Non entro nel merito della decisione perché non voglio addentrarmi nella querelle del giusto o non giusto. Però credo che la cosa più semplice sarebbe stata quella di non giocare la partita ieri per rispetto nei confronti del Papa e rimandare le partite ad oggi. Vorrei capire quale sarebbe la differenza tra giocare oggi o giocare domani. Non ci sono differenze. Il problema è che sono sempre gli stessi a decidere. Non è detto che non sia giusto, ripeto: non voglio entrare nel merito. Però vorrei davvero capire la differenza tra giocare domani o giocare oggi. Non cambia niente. Poi addirittura la Serie B, hanno votato i presidenti un rinvio di altro tipo. Le società di Serie A vogliono sapere perché è stata presa questa decisione. Se c'è una cosa sacra nel calcio è il calendario. Lo puoi spostare di un giorno, ma addirittura spostare un turno dopo la 38a giornata come succede in B, è una decisione che non comprendo. Eppure sono tanti anni che vivo dentro il calcio e mi sono fatto andare bene tante cose, ma questa cosa qui mi lascia perplesso. Non c'è logica. Si fanno condizionare da alcune società, soprattutto in B, e da altre no. Alla fine non si riesce a capire qual è la razionalità di alcune cose e del perché vengono prese certe decisioni. Sono sempre stato uno di quelli che pensa che quelli che decidono nel mondo del calcio, dovrebbero avere la supervisione di una persona che ha vissuto il calcio e non parlo per forza di un calciatore. Serve uno che vive le problematiche dei club, dalle trasferte ai tifosi, e che sia super partes. Ci sono padri di famiglia che per andare a vedere le partite fanno dei sacrifici e anche questo è un problema".







