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ESCLUSIVA TC - JEDA: "Il Cagliari deve scendere in campo con più coraggio e con la voglia di aggredire gli avversari: in serie A, specie contro le grandi squadre, più giochi d'attesa e più perdi. E non puoi concederti il lusso della paura..."TUTTO mercato WEB
© foto di Giacomo Morini
domenica 23 marzo 2025, 18:39Esclusive TC
di Matteo Bordiga
per Tuttocagliari.net

ESCLUSIVA TC - JEDA: "Il Cagliari deve scendere in campo con più coraggio e con la voglia di aggredire gli avversari: in serie A, specie contro le grandi squadre, più giochi d'attesa e più perdi. E non puoi concederti il lusso della paura..."

Jedaias Capucho Neves, in arte Jeda, ex attaccante implacabile di un Cagliari – targato prima Davide Ballardini e poi Massimiliano Allegri – che divertiva e si divertiva, crede che la formazione rossoblù oggi come oggi debba ritrovare brillantezza nel gioco e soprattutto “coraggio e spirito propositivo: se scendi in campo in preda alla paura nove volte su dieci perderai”.

Intervistato da Tuttocagliari.net, il brasiliano naturalizzato italiano prende in esame, in particolare, le ultime prestazioni in campionato della compagine isolana.

Jeda, il Cagliari è reduce da due pareggi e tre sconfitte: un ruolino di marca non esattamente incoraggiante in ottica salvezza, anche se rimangono quattro i punti di vantaggio sul terzultimo posto. Lei giudica fin qui soddisfacente l’annata di Luperto e compagni?

“Innanzitutto direi che, rispetto all’obiettivo prefissato a inizio stagione, i rossoblù stanno rispettando la tabella di marcia. Forse chiedergli qualcosa in più rispetto a quelle che sono le loro reali possibilità – perché, parliamoci chiaro, il Cagliari ha dei limiti ben precisi – non sarebbe neanche giusto. Poi concordo sul fatto che in queste ultime gare la squadra avrebbe potuto ottenere qualche punto in più. Anche perché, pure quando ha perso, non è quasi mai stata messa sotto dall’avversario di turno. Insomma, ho visto una formazione tutto sommato viva. Anche se è vero che per centrare i tre punti bisogna avere più coraggio e, possibilmente, arrivare alla partita con tutti i giocatori disponibili e in buone condizioni psicofisiche.

Certo, come tifoso anch’io dico che mi sarei aspettato qualcosa di meglio, ma ripeto: pretendere da questi giocatori molto di più rispetto a quello che hanno dato sarebbe poco corretto. Ora comunque il campionato sta entrando in una fase in cui non si potrà sbagliare.”

Parlando con lei torna in mente il “suo” vecchio Cagliari: naturalmente il paragone con quello di oggi è improponibile, ma fornisce lo spunto per riflettere sul fatto che forse la squadra attuale manca un po’ di personalità. Troppo spesso infatti scende in campo contratta, preoccupata, arroccata preventivamente in difesa. E tiene un baricentro davvero troppo basso, almeno fino a quando non incassa il gol – cosa che puntualmente avviene in ogni partita. In questo approccio eccessivamente rinunciatario, forse, risiedono gran parte dei problemi dell’undici isolano.

“Concordo in pieno sul fatto che la squadra debba avere più coraggio: quando si scende in campo attanagliati dalla paura, infatti, si finisce inevitabilmente per perdere. Premetto che io non devo certo insegnare nulla a un mister competente e preparato come Davide Nicola, però credo che in certe occasioni bisognerebbe aggredire maggiormente l’avversario. Anche perché il Cagliari tecnicamente ha tutte le carte in regola per farlo.

Concordo anche sul fatto che non possano essere azzardati paragoni col mio Cagliari, perché quella era una squadra che comandava spesso il gioco in quanto, soprattutto a centrocampo, era ricca di calciatori talentuosi e di grande qualità tecnica. Questo è un Cagliari molto diverso, che punta sul ritmo, sull’intensità e su un calcio più diretto, meno fraseggiato. Non nascondo che ogni tanto mi piacerebbe anche vederlo scendere in campo con due punte di ruolo. In certe gare, infatti, ce ne sarebbe bisogno. In serie A badare innanzitutto a non prenderle raramente paga, perché poi, una volta che sei andato sotto nel punteggio, ti tocca sbilanciarti alla ricerca del pareggio e, di conseguenza, rischiare di prestare il fianco agli avversari. Invece si dovrebbe fare l’esatto contrario: attaccare prima, porre le basi per comandare il match e poi, semmai, proteggere il vantaggio eventualmente acquisito. Specialmente quando si gioca in casa.”

Ma anche in occasione di sfide disputate lontano dall’Unipol Domus in cui osare non è poi un’idea così malvagia. Penso ad esempio alla recente gara contro una Roma stanchissima dopo il probante impegno di Europa League contro l’Athletic Bilbao: forse sarebbe stato più produttivo mostrare maggior coraggio fin dal primo minuto ed entrare in campo con l’intenzione di far male subito ai giallorossi.

“Soprattutto quando affronti squadre di livello superiore al tuo, o che comunque lottano per obiettivi più prestigiosi, devi essere intraprendente e coraggioso. Più le aspetti nella tua metà campo, più facilmente arriverà la sconfitta. È fondamentale non lasciar giocare liberamente i loro calciatori più forti, aggredirli e andarli a prendere alti. Insomma, è indiscutibile che il Cagliari debba mostrare maggiore personalità e audacia. Contro la Roma ha perso 1-0 e, con tutto rispetto per un team di alto rango come quello giallorosso, avrebbe sicuramente potuto e dovuto esprimersi meglio sul piano del gioco e dell’aggressività.”