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Adani torna sull'addio al Brescia: "Uno dei tradimenti peggiori che mi abbia riservato il calcio"
Nel corso della consueta puntata di ‘Viva El Futbol’ su Twitch l’ex difensore e oggi commentatore televisivo Daniele Adani è tornato a parlare del suo addio al Brescia nel marzo del 2005 quando risolse il contratto – assieme al compagno di squadra Roberto Guana - dopo essere stato aggredito da dei tifosi che avevano invaso il campo d'allenamento prendendolo per la gola.
“Anche se la rifarei è stata una scelta che si è rivelata uno dei tradimenti peggiori che mi abbia riservato il calcio. Come già ho detto in passato avevo altre possibilità come lo Shakhtar Donetsk di Lucescu e il Bologna di Carletto Mazzone, che rimane sempre un rimpianto che mi porterò dietro, ma scelsi di tornare a Brescia per amore e rinunciando ai soldi. - spiega Adani come riporta Bresciaingol.it - Pensavo e speravo di esaudire il mio sogno calcistico ovvero smettere la carriera dove ero diventato grande come uomo e calciatore. E invece fu un tradimento totale da parte di qualche mediocre della stampa, dalla società e dal direttore sportivo. Ma questo è il mondo del calcio dove c’è chi sa reinventarsi perché le lingue biforcute sanno stare bene in questo mondo”.
“Io non entro nel merito delle competenze, ognuno ha le sue visioni, ma sono i comportamenti, i modi, la meschinità e le vigliaccherie che li descrivono. - conclude Adani - Ci sono anche situazioni penose che ho vissuto e anche per questo ho mollato andando a fare un nuovo percorso, che mi ha dato delle gioie”.
“Anche se la rifarei è stata una scelta che si è rivelata uno dei tradimenti peggiori che mi abbia riservato il calcio. Come già ho detto in passato avevo altre possibilità come lo Shakhtar Donetsk di Lucescu e il Bologna di Carletto Mazzone, che rimane sempre un rimpianto che mi porterò dietro, ma scelsi di tornare a Brescia per amore e rinunciando ai soldi. - spiega Adani come riporta Bresciaingol.it - Pensavo e speravo di esaudire il mio sogno calcistico ovvero smettere la carriera dove ero diventato grande come uomo e calciatore. E invece fu un tradimento totale da parte di qualche mediocre della stampa, dalla società e dal direttore sportivo. Ma questo è il mondo del calcio dove c’è chi sa reinventarsi perché le lingue biforcute sanno stare bene in questo mondo”.
“Io non entro nel merito delle competenze, ognuno ha le sue visioni, ma sono i comportamenti, i modi, la meschinità e le vigliaccherie che li descrivono. - conclude Adani - Ci sono anche situazioni penose che ho vissuto e anche per questo ho mollato andando a fare un nuovo percorso, che mi ha dato delle gioie”.
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