
Bonifazi: "Sono dentro ai meccanismi chiesti dal mister. Pronto a dare una mano al Sassuolo"
"Arrivato a 28 anni, con diversi campionati alle spalle posso dire di aver vissuto tante emozioni di ogni tipo, belle e brutte, ma questo è il calcio, così come anche la vita. Sono felice, tutto mi ha insegnato quel qualcosa che porto dentro, in campo e anche nello spogliatoio: sono a un punto di maturazione che sento di voler implementare": esordisce così, nell'intervista rilasciata quest'oggi ai canali ufficiali del club, il difensore del Sassuolo Kevin Bonifazi, arrivato in neroverde dal Bologna lo scorso 3 febbraio.
Il difensore prosegue poi: "Aver fatto tutte le categorie dà un differente bagaglio formativo, la Serie A è ovviamente la più difficile ma ogni categoria ha le sue difficoltà. Io mi sono tolto delle soddisfazioni, compreso il segnare in Europa League, ed essere qui ora mi fa davvero piacere perché sapevo perfettamente l'ambiente che avrei trovato, il gruppo: qui si può lavorare bene perché c'è una struttura che lo permette, uno staff preparato e una squadra competitiva dove tutti tengono la spina attaccata. Tutti ci sentiamo partecipi del progetto, e questo fa la differenza".
Nota poi al suo personale: "Ora sto bene, mi sento pronto per poter dare una mano se ce ne fosse bisogno, mi sento dentro ai meccanismi chiesti dal mister. Cosa serve per vincere un campionato? Un gruppo solido, perché solo così si sopperisce anche a delle mancanze. Io voglio essere utile alla causa, se questo vorrà dire fare 11 gare ne farò 11, se vorrà dire farne una, ne farò una. Sarò utile per come servirà".
In conclusione, una curiosità: "Ho un braccio interamente tatuato con gli Avengers, perché secondo me tutti noi possiamo essere supereroi nelle piccole e nelle grandi cose. Questo sogno che ci portiamo dietro da bambini, quel fare cose straordinarie senza chiedere nulla in cambio, ce lo possiamo portare dietro nella vita, e io ci provo".
Il difensore prosegue poi: "Aver fatto tutte le categorie dà un differente bagaglio formativo, la Serie A è ovviamente la più difficile ma ogni categoria ha le sue difficoltà. Io mi sono tolto delle soddisfazioni, compreso il segnare in Europa League, ed essere qui ora mi fa davvero piacere perché sapevo perfettamente l'ambiente che avrei trovato, il gruppo: qui si può lavorare bene perché c'è una struttura che lo permette, uno staff preparato e una squadra competitiva dove tutti tengono la spina attaccata. Tutti ci sentiamo partecipi del progetto, e questo fa la differenza".
Nota poi al suo personale: "Ora sto bene, mi sento pronto per poter dare una mano se ce ne fosse bisogno, mi sento dentro ai meccanismi chiesti dal mister. Cosa serve per vincere un campionato? Un gruppo solido, perché solo così si sopperisce anche a delle mancanze. Io voglio essere utile alla causa, se questo vorrà dire fare 11 gare ne farò 11, se vorrà dire farne una, ne farò una. Sarò utile per come servirà".
In conclusione, una curiosità: "Ho un braccio interamente tatuato con gli Avengers, perché secondo me tutti noi possiamo essere supereroi nelle piccole e nelle grandi cose. Questo sogno che ci portiamo dietro da bambini, quel fare cose straordinarie senza chiedere nulla in cambio, ce lo possiamo portare dietro nella vita, e io ci provo".
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