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Bologna, pari al debutto Champions. Cucci: "Ma è arrivato il segnale di una squadra vera"
L'esordio in Champions League del Bologna di Vincenzo Italiano si conclude con un pareggio contro lo Shakhtar Donetsk. Una partita commentata anche da Italo Cucci sulle pagine del Corriere dello Sport: "Dopo un’ora di gioco ho visto il Bologna da Champions, con una punta d’eccellenza al 58’, quasi gol, quasi una preghiera - Santiago segna pro nobis ! - poi una pausa d’incertezza all’uscita di Fabbian all’80’ e un finale travolgente, coraggioso - solare il predominio rossoblù - ci fosse stato ancora il piede del ragazzone di Camposampiero magari arrivava il gol.
[...] L’avevo immaginato: robetta in campionato, arriva la Champions, esplode l’orgoglio, tutti in piedi come il popolo fedele che la sua partita l’ha giocata invece per cento minuti, un cuore grande così, un urlo continuo come quel pomeriggio dello scudetto. Emozione fortissima, voglia di lacrime da dedicare a quella squadra di Fulvio e Giacomino che abbiamo perduto e ch’è riapparsa per qualche tempo nel cielo lacrimoso del Dall’Ara.
Sì, me l’aspettavo, ma la spinta iniziale è subito venuta da quel rigore a un minuto e quarantaquattro secondi: benvenuta paura, benvenuto signor Sudakov, il migliore dei “minatori” (così si chiamavano ai miei tempi), benvenuto Skorupski con quella parata che ha comunicato la voglia di battersi, di vincere, comunque di offrire alla città, all’Italia intera, l’immagine di una squadra vera".
[...] L’avevo immaginato: robetta in campionato, arriva la Champions, esplode l’orgoglio, tutti in piedi come il popolo fedele che la sua partita l’ha giocata invece per cento minuti, un cuore grande così, un urlo continuo come quel pomeriggio dello scudetto. Emozione fortissima, voglia di lacrime da dedicare a quella squadra di Fulvio e Giacomino che abbiamo perduto e ch’è riapparsa per qualche tempo nel cielo lacrimoso del Dall’Ara.
Sì, me l’aspettavo, ma la spinta iniziale è subito venuta da quel rigore a un minuto e quarantaquattro secondi: benvenuta paura, benvenuto signor Sudakov, il migliore dei “minatori” (così si chiamavano ai miei tempi), benvenuto Skorupski con quella parata che ha comunicato la voglia di battersi, di vincere, comunque di offrire alla città, all’Italia intera, l’immagine di una squadra vera".
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