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Bari, ora devi cambiare registro. Dalla caduta dei big alle scelte di formazione: tutto ciò che non sta andando
ieri alle 21:00In Primo Piano
di Armando Ruggiero
per Tuttobari.com

Bari, ora devi cambiare registro. Dalla caduta dei big alle scelte di formazione: tutto ciò che non sta andando

Il Bari esce dalla trasferta di Palermo con malumore e ossa rotte. Se la sconfitta di Pisa era stata archiviata come un incidente di percorso e quella interna con il Sudtirol come il classico scivolone del campionato di B, il match di ieri evoca fantasmi che il Bari non aveva ancora conosciuto in questo campionato. D'altronde il Palermo è sempre il Palermo, ma i rosanero erano reduci da tre sconfitte consecutive, un rapporto ai minimi con la piazza e un allenatore sulla graticola. Infatti i siciliani non hanno espresso un gioco eccelso, ma sono stati bravi a trovare un gol in mischia e poi a difendersi con ordine, con l'ausilio di un Bari piuttosto sterile.

Sono diverse le cose che non hanno quadrato ieri. Partiamo dalla formazione: Longo è tornato a riproporre il centrocampo a cinque, probabilmente per cercare una maggiore copertura in fase di non possesso. Scelta comprensibile a metà, al cospetto di una squadra al momento impaurita e poco propensa a fare gioco. Come se non bastasse, con questo sistema, il Bari si è indebolito ulteriormente, lasciando il solo Lasagna lì davanti, supportato da un Falletti che è divenuto l'ombra di sé stesso. Non ha convinto neanche la scelta di Favasuli, che ha sprecato l'ennesima occasione dal primo minuto ed è stato, giustamente, sostituito da un Oliveri più in palla. Hanno fatto storcere il naso, ancora una volta, le prestazioni dei big: i già citati Lasagna e Falletti hanno deluso ancora una volta. Il primo ha chiaramente bisogno di un attaccante accanto per provare a rendere, mentre il secondo è troppo scostante, accendendosi raramente. Sibilli è subentrato dalla panca ma è stato un ectoplasma in campo, mentre Manzari si è dimostrato ancora una volta non all'altezza.

La sterilità del Bari, inoltre, è un reale ed evidente problema: tre sconfitte consecutive e tre partite consecutive in cui non si trova la via del gol. Sole venti reti in diciannove match. Un andamento da retrocessione. Il girone d'andata ha emesso il verdetto: il Bari ha tre punte, ma nessuna di queste è un bomber. Novakovich sa far salire la squadra e tenere la palla, ma davanti alla porta è poco lucido, mentre Lasagna attacca bene la profondità ed ha velocità ma arriva troppo raramente davanti al portiere avversario. Favilli è una costante incognita, dati i tanti problemi fisici. A questo punto c'è, anche, un grave problema trequartista: Sibilli e Falletti, designati come titolari a inizio stagione, hanno ampiamente deluso, soprattutto per la loro poca costanza nell'arco della partita, ma anche per gli impietosi numeri offensivi. Sgarbi e Manzari hanno dimostrato di non saper sfruttare le occasioni e probabilmente di non essere all'altezza della categoria. E questo ci pone davanti all'ultimo grande problema del Bari: la mancanza di riserve. Tralasciando l'attacco di cui si è già lungamente parlato, basta andare a guardare la linea di centrocampo. Tripaldelli e Favasuli non sono minimamente all'altezza dei loro colleghi titolari, così come Coli Saco, Bellomo e Lella non si stanno dimostrando utili alla causa. Il copione si ripete in difesa: Obaretin ha avuto varie chance per farsi valere ma ha quasi sempre deluso, mentre Matino non ha mai giocato e farà sicuramente le valigie a gennaio.

Ora al San Nicola arriva lo Spezia e poi il Bari avrà due settimane per resettare tutto, provare a fare qualche acquisto sul mercato e ripartire da zero. Con queste premesse e con queste problematiche, se non risolte, la strada sarà parecchio ripida.