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TuttoBari - Basha: "Sarei rimasto, il fallimento fu uno shock. Ho giocato con grandi uomini, vorrei allenare"
Oggi alle 21:00In Primo Piano
di Piervito Perta
per Tuttobari.com

TuttoBari - Basha: "Sarei rimasto, il fallimento fu uno shock. Ho giocato con grandi uomini, vorrei allenare"

Durante la nostra intervista Migjen Basha, abbiamo ricordato il suo biennio a Bari, generalmente positivo ma con una macchia indelebile nella mente dell'albanese: "Io e la mia famiglia ci siamo trovati veramente bene. Non sono mai riuscito a capire però come è stato possibile il fallimento dopo il playoff contro il Cittadella. Quei due punti tolti dalla penalizzazione non ci hanno fatto giocare in casa quella partita ed è un mio rammarico. Poi forse non saremmo saliti comunque, perché c'erano altre gare, ma avremmo potuto vivere una serata importante con un pubblico che era stato sin lì sempre presente e due risultati su tre disponibili. Il fallimento è stato uno shock che non ho mai accettato. Anche perché con Sogliano avevo già discusso la permanenza se non fosse successo tutto il casino. Non me ne sarei mai andato, visto anche il ruolo da capitano, ma la vita è questa. Tutto il finale di questa esperienza mi rimane tutt'ora dentro".

Tanti invece i nomi dei più forti con cui ha giocato: "La lista sarebbe lunga. Ciccio Brienza qui al Bari, Maxi Lopez, Ogbonna e Glik al Torino sono i primi che mi vengono in mente. Al di là del fatto di essere giocatori veri, ho avuto la fortuna di incontrare tanti uomini. Mi rimane l'umiltà di Brienza appunto, ma anche Cassani, anche dopo tanta esperienza nel calcio. All'Atalanta poi c'erano Doni, Manfredini, Bellini con una mentalità incredibile. Va bene il campo, ma le qualità umane vengono prima e tanti ne ho ammirati nella mia carriera".

Queste le sue parole sul rapporto avuto con i tecnici nella sua carriera: "Sono sempre andato d'accordo con tutti. Poi le idee su di me non erano sempre le stesse, e va bene così, ma non ho mai avuto problemi. Discussioni sì, ma questo è il lavoro. Non va bene se l'allenatore non ti sgrida mai, perché tu comunque giochi per lui, per i compagni e i tifosi, quindi tutto normale. Con qualcuno mi sento ancora, con altri ho perso il contatto"

Infine, una chiosa sul suo attuale ruolo nel calcio, e una speranza futura: "Da luglio sono collaboratore tecnico qui in una società a Losanna, dopo due anni nella Primavera. Il calcio fa ancora parte della mia vita e così sarà sempre salvo imprevisti. Di sicuro, un giorno vorrei essere allenatore. Da qui a dire che potrei essere bravo o no non lo so, perché è un mondo difficile, ma vorrei provarci".