Brescia-Bari e la giornata storta dell'attacco: Falletti cade, ma i cambi non incidono
Grande rammarico dopo che il triplice fischio di Giua ha sancito il termine di Brescia-Bari. Dopo il gol subito a freddo da Galazzi e qualche minuto di ovvio stordimento, i giallorossi hanno trovato la via del gol con la zuccata di Dorval. Il mancato gol del sorpasso è un misto tra imprecisione e sfortuna, almeno in chiusura di prima frazione, perché nella seconda pochi sono stati i guizzi offensivi dei Galletti. Sul banco degli imputati, finiscono ovviamente gli attaccanti. Chi per definizione e ruolo ha la rete nelle vene, ieri è mancato: non solo in termini realizzativi, ma anche nel contributo alla manovra. Andrija Novakovich è l'unico parzialmente esule dal discorso. Il centravanti americano duetta con Maita in occasione del pareggio, colpisce il montante con un imperioso stacco di testa ed una sua conclusione deviata nei minuti finali del primo tempo rischiava di beffare Lezzerini. Con il passare dei minuti e con il passaggio alla difesa a 3, il Brescia ha trovato le contromisure all'ex Venezia, poi sostituito. Passiamo ora alle dolenti note.
Il ritorno in campo da titolare di Cesar Falletti lo aspettavamo diverso. Prima dell'episodio negativamente chiave della sua partita, l'uruguaiano è finito nella morsa del Brescia, asfissiante dopo una partenza a razzo. Anche dopo l'1-1, poco coinvolto nella manovra. Poi, l'occasione della vita per sbloccarsi: fallo su Mantovani in area e rigore. Il legno destro infrange però i suoi sogni di gloria, e difatti il Papu rimane fermo al palo, incapace di reagire allo sbaglio ed ancora più fantasmatico nella ripresa, tant'è che è il primo richiamato da Longo in panchina.
Giuseppe Sibilli è stato tra i migliori in campo contro il Cittadella. Il rigore trasformato e l'assist per Lasagna sembravano presagio di un immediato ritorno dell'ex Pisa, troppo altalenante in questo inizio di stagione. Purtroppo, anche in terra lombarda, il trequartista napoletano conferma il leit motiv sin qui visto, giocando una gara imprecisa, a tratti nervosa e confusionaria. Girovago in mezzo al campo, ha svolto alcuni buoni ripiegamenti difensivi, ma non basta.
Per dare più vivacità ad un reparto offensivo sin lì spento, Moreno Longo ha inserito Lasagna, Manzari e Sgarbi. Una mossa che sin qui si è vista raramente e non ha sortito alcun effetto. Il primo, complice anche il problemino accusato contro il Cittadella, ha toccato pochi palloni ed è apparso in pallida forma; il secondo non si è neanche mal disimpegnato, ma i tiri latitano; il terzo, finito fuori dai radar ma buttato sorprendentemente nella mischia, sembra aver perso lo splendore avellinese ed ha fatto dell'imprecisione il suo modus giocandi. Ovviamente le giornate storte possono capitare, ma urge dimenticare in fretta questa opacità e ri-aumentare i giri del motore.