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Turris e Taranto sempre sul filo del fallimento: fra investitori fantasma e accordi saltati
Taranto e Turris sono le due squadre al centro dell’attenzione in questa seconda parte del 2024, non per i loro risultati sportivi, ma per una situazione finanziaria sul filo del rasoio che ha fatto già temere che una delle due, se non entrambe, le società possano chiudere anticipatamente la stagione sportiva con un fallimento.
In casa Taranto che la situazione fosse critica si era già capito da inizio anno con l’addio del tecnico Eziolino Capuano, esonerato dopo una serie di certificati medici presentati al club, e con i problemi legati allo stadio dovuti anche ai lavori di adeguamento in vista dei Giochi del Mediterraneo del 2026. Ma nel corso di questa prima parte di stagione le cose sono progressivamente precipitate portando a una penalizzazione in classifica già di 10 punti e alle solite vicende legate a una cessione societaria dove si sono presentati solo personaggi e società avvolti dal mistero – e con poche pive nel sacco – come Mark Campbell e la sua APEX Capital Global LLC che dopo i proclami non ha rispettato la scadenza del closing e versare dunque quella fideiussione bancaria che avrebbe portato al passaggio di proprietà. Sparito l’uomo d’affari statunitense è ora il turno di Giovanni Di Stefano, avvocato piuttosto particolare che vanta clienti come Saddam Hussein e Slobodan Milosavic, che avrebbe pronto un piano da un milione di euro per evitare il fallimento degli ionici. Ma anche in questo caso i dubbi sono più delle certezze.
In casa Turris invece il fallimento è stato sfiorato nel corso di questo dicembre con le scadenze dei pagamenti di stipendi e F24 rispettato solo in extremis grazie all’intervento dell’ex numero uno Antonio Colantonio che ha trovato un accordo con l’attuale patron Ettore Capriola per rientrare in società con un suo uomo. Un intervento, che comunque costerà un ulteriore punti di penalizzazione che andrà a sommarsi ai cinque già ricevuti, che ha evitato l’estromissione del club dalla Serie C. Almeno per il momento visto nelle scorse ore sono emerse nuove ombre sui pagamenti relativi a INPS e IRPEF del bimestre settembre-ottobre che sarebbero stati bloccati a causa del pignoramento dei conti societari. E così il punto di penalizzazione potrebbe trasformarsi in una pena più pesante (si parla di 4 o 6 punti addirittura) con nuovamente la spada di Damocle dell’esclusione che pende sulla testa dei corallini. Del resto la mancata risposta all’ultimatum di Colantonio, che avrebbe immesso liquidità nelle casse per arrivare a fine stagione, da parte dell’attuale proprietà non lasciava presagire nulla di buono.
In casa Taranto che la situazione fosse critica si era già capito da inizio anno con l’addio del tecnico Eziolino Capuano, esonerato dopo una serie di certificati medici presentati al club, e con i problemi legati allo stadio dovuti anche ai lavori di adeguamento in vista dei Giochi del Mediterraneo del 2026. Ma nel corso di questa prima parte di stagione le cose sono progressivamente precipitate portando a una penalizzazione in classifica già di 10 punti e alle solite vicende legate a una cessione societaria dove si sono presentati solo personaggi e società avvolti dal mistero – e con poche pive nel sacco – come Mark Campbell e la sua APEX Capital Global LLC che dopo i proclami non ha rispettato la scadenza del closing e versare dunque quella fideiussione bancaria che avrebbe portato al passaggio di proprietà. Sparito l’uomo d’affari statunitense è ora il turno di Giovanni Di Stefano, avvocato piuttosto particolare che vanta clienti come Saddam Hussein e Slobodan Milosavic, che avrebbe pronto un piano da un milione di euro per evitare il fallimento degli ionici. Ma anche in questo caso i dubbi sono più delle certezze.
In casa Turris invece il fallimento è stato sfiorato nel corso di questo dicembre con le scadenze dei pagamenti di stipendi e F24 rispettato solo in extremis grazie all’intervento dell’ex numero uno Antonio Colantonio che ha trovato un accordo con l’attuale patron Ettore Capriola per rientrare in società con un suo uomo. Un intervento, che comunque costerà un ulteriore punti di penalizzazione che andrà a sommarsi ai cinque già ricevuti, che ha evitato l’estromissione del club dalla Serie C. Almeno per il momento visto nelle scorse ore sono emerse nuove ombre sui pagamenti relativi a INPS e IRPEF del bimestre settembre-ottobre che sarebbero stati bloccati a causa del pignoramento dei conti societari. E così il punto di penalizzazione potrebbe trasformarsi in una pena più pesante (si parla di 4 o 6 punti addirittura) con nuovamente la spada di Damocle dell’esclusione che pende sulla testa dei corallini. Del resto la mancata risposta all’ultimatum di Colantonio, che avrebbe immesso liquidità nelle casse per arrivare a fine stagione, da parte dell’attuale proprietà non lasciava presagire nulla di buono.
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