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Biancolino: "Partita insidiosa, da non sottovalutare. Rivincita? No, quella gara del 2013 è alle spalle". Sulle squadre B e i singoli...
Oggi alle 09:32Copertina
di Marco Costanza
per Tuttoavellino.it

Biancolino: "Partita insidiosa, da non sottovalutare. Rivincita? No, quella gara del 2013 è alle spalle". Sulle squadre B e i singoli...

Raffaele Biancolino, allenatore dell’Avellino, ha presentato in conferenza stampa la gara di domani in casa della Juventus Next Gen.

Queste le sue parole: “Mi aspetto una partita difficile, una delle più difficili delle ultime che abbiamo affrontato. Non dobbiamo guardare la classifica, sappiamo che loro hanno in rosa tanti ottimi giocatori e che vogliono risalire, quindi dobbiamo fare massima attenzione e sfruttare le occasioni che riusciremo a creare”.

Gara trappola: “Dal punto di vista mentale arriviamo bene, arriviamo da ottime prestazioni e risultati. Conosciamo il calcio e sappiamo le insidie che nasconde questa partita. Se andiamo a vedere i numeri, sembra una gara facile, ma non lo sarà. I miei ragazzi lo sanno e dobbiamo andare a Torino per fare punti. A Biella giusto (sorride)”.

Sui rientri: “E’ tutta una concorrenza. Sarà un duello, tra virgolette. Probabilmente, quando vado a scegliere, sarò il primo a sbagliare, perché chi metti metti, sono tutti giocatori con qualità. Chi vedrò meglio in settimana andrà in campo. Toscano rientrerà dalla prossima, saremo al completo, ben venga l’abbondanza, sta a me poi scegliere”.

Sull’atteggiamento: “Al di là di chi andremo ad affrontare, il nostro atteggiamento sarà sempre uguale. Il nostro gioco sarà sempre quello, senza guardare chi sarà l’avversario. Vogliamo avere noi il pallino del gioco, dobbiamo decidere noi se vogliamo correre o no, se attaccare o no. Dobbiamo pensare prima a noi ed esprimere le nostre qualità”.

Su Enrici: “Non voglio parlare dei singoli, bene tutta la difesa, il centrocampo, tutta la squadra. Posso solo dire che la squadra ha ancora ampi margini di crescita”.

Gara speciale per Biancolino (pensando alla gara di Coppa Italia del 2013): “No, per me quella partita di Coppa Italia è passata. Quel Biancolino lì non c’è più. Non nascondo che all’epoca ci sono rimasto male (ricordiamo, Rastelli non lo fece scendere in campo nella sfida di Coppa Italia a Torino finita poi 3-0 per i bianconeri di Conte). Ora devo pensare a quello che stiamo facendo adesso, a quello che stanno facendo i ragazzi e guardare avanti”.

Su Tribuzzi: “Ha tante qualità, come ho detto l’altra volta, il ruolo se lo troverà lui. Può fare l’esterno, la seconda punta, anche la mezz’ala, come ha fatto a Frosinone. Non avremo problemi a riguardo”.

Sulla Juve Next Gen: “Sicuramente mi aspetto qualcosa di diverso, mister Montero conosce il calcio, ha cambiato tanti moduli in questo inizio di stagione. Mi aspetto tanto da questa squadra, sono tutti giovani, con qualità, con tanti punti di forza, noi dobbiamo essere bravi ad evidenziare le loro pecche”.

Differenze tra Frascatore e Liotti: “Frascatore è un po’ più difensore, ha meno spinta di Liotti, che è un terzino che spinge tanto, ha gamba, arriva spesso sul fondo. A seconda della partita sceglierò chi far giocare”.

Le qualità di D’Ausilio: “E’ un ragazzo intelligente, sa che arriva il momento in cui tutti parlano di lui e tutti gli avversari lo aspettano. Ora deve stare concentrato ed essere ancora più concreto nelle sue giocate”.

Su Gori: “Lo sa che ci sono tanti attaccanti in rosa, ho tanta stima per lui. Gli ho detto di non mollare e di farsi trovare pronto. Perché ci saranno le occasioni dove potrà giocare”.

Sulle squadre B: “E’ una domanda che in ogni modo io risponderò sarò bersagliato. Allora sono utili perché hanno giovani con qualità, che possono essere importanti per la prima squadra. Non sono utili se questi giovani poi vengono utilizzati per altre cose. Io la penso come i tifosi, cioè queste squadre B magari tolgono il posto a qualche piazza importante in Serie C che magari rappresenta un patrimonio per il nostro calcio. Ma ripeto, se vengono utilizzate per far crescere i ragazzi, magari soprattutto italiani, ben vengano”

Sul ruolo di allenatore: “Non mi ero mai visto come allenatore, quando giocavo pensavo ad altro, questa passione mi è arrivata con il tempo. Se mai cominci non sai mai se ti piace una cosa o no. E grazie all’Avellino ho potuto scoprire che questo mestiere è difficilissimo e mi piace”.

Un allenatore a cui si ispira: “Un po’ tutti, che ho avuto o meno. Nell’ultimo periodo a Spalletti”.