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Guida: "Io e Maresca abbiamo deciso di non arbitrare a Napoli. Voglio stare tranquillo"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 8 aprile 2025, 17:38Serie A
di Alessio Del Lungo

Guida: "Io e Maresca abbiamo deciso di non arbitrare a Napoli. Voglio stare tranquillo"

Marco Guida, arbitro internazionale originario di Pompei, è intervenuto ai microfoni di Radio CRC, parlando di molti argomenti, a cominciare da quello relativo alle violenze sui direttori di gara: "È un tema molto delicato soprattutto quando si parla di ragazzi di 14-15 anni che quotidianamente subiscono violenze. Ci tengo a mandare un caloroso abbraccio a Diego (arbitro 19enne aggredito nel catanese, ndr) da parte di tutta la nostra associazione nazionale e internazionale, poiché anche tanti colleghi dell’estero hanno espresso solidarietà verso di lui. Quello che ha vissuto Diego è un attacco vile, vigliacco e disgustoso".

Da cosa nasce tutto questo?
"Sono i media e i giornali che rappresentano l’arbitro come la figura del nemico da insultare a prescindere chi ha gran parte della responsabilità di chi fa in modo che questi episodi accadono. Io non riesco a passarci sopra, non riesco a vedere una partita di un ragazzino in cui i genitori dei ragazzi che giocano in campo a prescindere lo insultano, un ragazzino coetaneo dei loro figli. Io sono genitore di tre figli e credo fortemente che sia un qualcosa di profondamente diseducativo per i ragazzini. Qui parliamo di ragazzini che per passione e per un senso di rispetto delle regole fanno questo lavoro e praticano questo sport per diventare un giorno arbitri di Serie A e vengono insultati dall’inizio alla fine della partita. Anche io sono passato per i campi di provincia e ho preso degli insulti però questa è un'attività che ti fortifica come uomo e poi come arbitro. Ho avuto la fortuna di non subire mai un'aggressione. Da genitore mi fa molto male sentire di ragazzi di 14 anni che vengono insultati e aggrediti. Sono rimasto colpito dalla scena di una mamma di un ragazzo che mentre un giovane arbitro veniva aggredito gli gridava 'venduto'. Questi ragazzi arbitrano per 30 euro a partita che equivale ad una pizza e lo fanno solo per passione e rispetto delle regole. Mettetevi nei panni di quel genitore che deve assistere all’aggressione del proprio figli che potrebbe essere un loro coetaneo. Il messaggio deve arrivare da tutto il mondo del calcio. Dall’anno prossimo sarà solo ed esclusivamente il capitano a poter parlare con il giudice di gara poiché il giocatore si sentirà responsabilizzato dei comportamenti della propria squadra. Quello che è accaduto sabato è un accaduto che deve far riflettere tutto il mondo del calcio".

Cosa ne pensa dell'eliminazione dei limiti territoriali?
"Ci tengo ad essere trasparente sulla questione. Non c’è nessun retropensiero, il nostro designatore arbitrale Gianluca Rocchi può scegliere il miglior arbitro per la miglior partita. Noi siamo persone perbene. Io e Fabio Maresca possiamo arbitrare tranquillamente a Napoli ed è molto probabile che avvenga. Sia io che Fabio abbiamo deciso di non arbitrare a Napoli poiché il calcio viene vissuto in maniera diversa da altre città come Milano anche se abbiamo avuto la proposta. Non ci sono linee territoriali, abbiamo fatto solo quello che riteniamo fosse più opportuno. Io vivo la città di Napoli e abito in provincia. Ho tre figli e mia moglie ha un’attività. È una scelta personale. La mattina devo andare a prendere i miei figli e voglio stare tranquillo. Il calcio da noi viene vissuto con molta emotività. Quando ho commesso degli errori non era così sicuro passeggiare per strada così come andare a fare la spesa. Pensare di sbagliare ad assegnare un calcio di rigore e di non poter uscire 2 giorni di casa per svolgere le mie attività sportive non mi fa sentire sereno. L’AIA ci ha dato piena libertà di poter arbitrare qualsiasi squadra in qualsiasi momento.


Sogna di arbitrare la finale di Champions?
"No, è impossibile poiché sono fermo da un bel po’ per un infortunio. Nei prossimi anni potrebbe essere un’idea".

Ha sentito l'arbitro aggredito?
"Sì, il messaggio che mi ha detto piangendo è stato: 'Marco, ti assicuro che non permetterò a questi violenti di fermare la mia passione perché io amo arbitrare' questa è una risposta che ci deve dare un grande senso di responsabilità a tutti perché parliamo di un ragazzo di 19 anni che ha la passione per questo sport".