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La nuova Champions farà morire la Superlega per gentile concessione della UEFA
Gli introiti della nuova Champions League sono straordinari per i club italiani. 91 milioni per l'Inter, 67 per l'Atalanta, 66 per la Juventus, 61 per il Milan. Il Bologna, con uno storico deficitario e pochi punti, alla fine se n'è trovati "soli" 34. Che è comunque il fatturato di una piccola in tutto l'anno, senza considerare eventuali plusvalenze.
Siamo di fronte a una nuova Superlega? La risposta è no. Però è chiaro che i club cercheranno di fare di tutto per giocarla e avere benefici clamorosi da questa. Certo, servirebbe una lezione di sostenibilità - data da Napoli e Atalanta, perlopiù - alle big per non far sì che i soldi vengano dilapidati in maniera sballata sul mercato, ma è chiaro che partire da più 34 ti porta a essere più sereno negli investimenti. Quando puoi raddoppiare come le altre o addirittura triplicare, ecco che sei sereno e tranquillo, potendo spendere sul mercato.
La Superlega morirà per gentile concessione della UEFA. Perché come tutti i padroni del calcio non possono perdere il monopolio. E lo fa dando più soldi ai club ma tenendo ben presente che è una minuscola parte di quello che potrebbero guadagnare senza un organismo del genere. La Superlega ha compiuto l'errore di imporsi come una competizione chiusa, per far sì che i club più ricchi siano sempre più ricchi, mentre gli altri non possano partecipare. Invece il Bologna - ma anche la Dinamo Zagabria, il Club Bruges o lo Sturm Graz - possono sognare di giocare la Champions. E la UEFA continuerà a banchettare con i proventi del pallone, tutto questo semplicemente pagando 500 milioni in più ai club.
L'anno scorso la Champions aveva ricavato 2,5 miliardi di euro. Le altre competizioni circa 1 miliardo. Cosa significa? Che in linea teorica tutti i proventi della Champions andranno ai club. Nella pratica, con due partite in più a club, più quattro club in più, ci sono 96 partite in più per diritti televisivi e il resto: totale previsto 4,4 miliardi. E tutti possono sognare.
Siamo di fronte a una nuova Superlega? La risposta è no. Però è chiaro che i club cercheranno di fare di tutto per giocarla e avere benefici clamorosi da questa. Certo, servirebbe una lezione di sostenibilità - data da Napoli e Atalanta, perlopiù - alle big per non far sì che i soldi vengano dilapidati in maniera sballata sul mercato, ma è chiaro che partire da più 34 ti porta a essere più sereno negli investimenti. Quando puoi raddoppiare come le altre o addirittura triplicare, ecco che sei sereno e tranquillo, potendo spendere sul mercato.
La Superlega morirà per gentile concessione della UEFA. Perché come tutti i padroni del calcio non possono perdere il monopolio. E lo fa dando più soldi ai club ma tenendo ben presente che è una minuscola parte di quello che potrebbero guadagnare senza un organismo del genere. La Superlega ha compiuto l'errore di imporsi come una competizione chiusa, per far sì che i club più ricchi siano sempre più ricchi, mentre gli altri non possano partecipare. Invece il Bologna - ma anche la Dinamo Zagabria, il Club Bruges o lo Sturm Graz - possono sognare di giocare la Champions. E la UEFA continuerà a banchettare con i proventi del pallone, tutto questo semplicemente pagando 500 milioni in più ai club.
L'anno scorso la Champions aveva ricavato 2,5 miliardi di euro. Le altre competizioni circa 1 miliardo. Cosa significa? Che in linea teorica tutti i proventi della Champions andranno ai club. Nella pratica, con due partite in più a club, più quattro club in più, ci sono 96 partite in più per diritti televisivi e il resto: totale previsto 4,4 miliardi. E tutti possono sognare.
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