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Quanto mercato aspetta l'Inter in estate: sarà la rivoluzione che peserà le ambizioni di Oaktree. Ma per gennaio gli uomini mercato hanno già chiuso il lavoro
Editorialista e uomo mercato di Tuttomercatoweb.com, è speaker e radiocronista per Radio Sportiva. Indiscrezioni e mercato su Rai Sport
L'Inter naviga nelle zone altissime di campionato ed Europa anche senza che il diamante più lucente inizi a brillare. Guai a parlare di caso per Lautaro Martinez, il Toro è però la fotografia esatta dei calciatori spremuti da una stagione estenuante e senza sosta. Senza soluzione di continuità, l'argentino ha fatto la spola tra patria, Italia, Champions, e il rendimento gioco forza ne sta risentendo. E' vero che stiamo vivendo di sussulti di un redivivo Joaquin Correa, ma per adesso Mehdi Taremi ha deluso e Marko Arnautovic non s'è visto. E' l'unica pecca, se vogliamo trovarne una, di un'Inter che non ha però null'altro da riparare in vista del mercato di gennaio. Dovrà però attrezzarsi già da ora per quello d'estate e Oaktree ha due strade: spalancare il portafogli e provare ad aprire un nuovo ciclo o rischiare di far ingiallire le carte d'identità dei tanti campioni in rosa con tutti i pericoli che ne conseguono.
La rivoluzione che attende l'Inter in estateL'età dei giocatori dell'Inter non mente: dietro servirà un profondissimo cambiamento, adesso Francesco Acerbi ha trentasei anni e Stefan de Vrij trentadue ma con un discreto storico d'infortuni annesso. Un titolare o magari due per rinforzare il reparto, anche perché anche Matteo Darmian segna ora trentacinque sul calendario della vita. A centrocampo idem: saranno over trenta sia Hakan Calhanoglu che Piotr Zielinski ed Hekrikh Mkhitaryan supererà i trentasei a gennaio. Servirà un titolare nel reparto, anche perché le sirene mercato per Calha non mancano, anche perché quelle per Nicolò Barella arriveranno come ogni estate. E poi come detto c'è l'attacco, chissà se il PSG farà un'offerta da sogno per Marcus Thuram, chi arriverà per Lautaro Martinez. La prossima estate sarà quella della prova del nove, e del dieci, per Oaktree e quella giusta per misurare le ambizioni del fondo americano. Però il lavoro di Giuseppe Marotta e di Piero Ausilio, insieme a Simone Inzaghi, ha garantito un'altra stagione ad altissimo livello con questa rosa. Forse all'ultimo giro di valzer, prima di una rivoluzione seppur non totale ma necessaria. Ma per adesso, tutto continua a danzare a meraviglia.
Cosa c'è da riparare?
Già. Cosa c'è da riparare, adesso? Gli ultimi giri di valzer dicono che sul campo Inzaghi ha creato una macchina perfetta, oliata a meraviglia, anche se le tante occasioni da gol concesse agli avversari suonano come un primo campanello d'allarme, se paragonati alla Maginot del recente passato. Il lavoro dello scouting guidato da Dario Baccin viaggia sempre sul binario di un diktat. Pochi, ma buoni. Molto. Yann Bisseck preso dall'Aarhus è l'esempio migliore dell'operato degli osservatori nerazzurri, per questo siamo curiosi di vedere presto Tajon Buchanan e Tomas Palacios. E in Primavera cresce Luka Topalovic che è stato l'investimento più importante per la cantera del quale, come di Mike Aidoo, anche nello spogliatoio della prima squadra dicono grandi cose. Per questo c'è poco da riparare, adesso. Se dovesse arrivare l'offerta per un giocatore come Arnautovic, o pure Taremi, o anche Correa, dunque di un attaccante, ecco che l'Inter potrebbe valutarla. Ma a centrocampo è completa, anche se servirà un co-titolare per Calhanoglu se Krjstian Asllani continua a non garantire galloni da titolare per Inzaghi. Dietro pure, anche se per la prossima stagione sarà tempo di rivoluzione. Già. Ma non adesso. Non ancora.
La rivoluzione che attende l'Inter in estateL'età dei giocatori dell'Inter non mente: dietro servirà un profondissimo cambiamento, adesso Francesco Acerbi ha trentasei anni e Stefan de Vrij trentadue ma con un discreto storico d'infortuni annesso. Un titolare o magari due per rinforzare il reparto, anche perché anche Matteo Darmian segna ora trentacinque sul calendario della vita. A centrocampo idem: saranno over trenta sia Hakan Calhanoglu che Piotr Zielinski ed Hekrikh Mkhitaryan supererà i trentasei a gennaio. Servirà un titolare nel reparto, anche perché le sirene mercato per Calha non mancano, anche perché quelle per Nicolò Barella arriveranno come ogni estate. E poi come detto c'è l'attacco, chissà se il PSG farà un'offerta da sogno per Marcus Thuram, chi arriverà per Lautaro Martinez. La prossima estate sarà quella della prova del nove, e del dieci, per Oaktree e quella giusta per misurare le ambizioni del fondo americano. Però il lavoro di Giuseppe Marotta e di Piero Ausilio, insieme a Simone Inzaghi, ha garantito un'altra stagione ad altissimo livello con questa rosa. Forse all'ultimo giro di valzer, prima di una rivoluzione seppur non totale ma necessaria. Ma per adesso, tutto continua a danzare a meraviglia.
Cosa c'è da riparare?
Già. Cosa c'è da riparare, adesso? Gli ultimi giri di valzer dicono che sul campo Inzaghi ha creato una macchina perfetta, oliata a meraviglia, anche se le tante occasioni da gol concesse agli avversari suonano come un primo campanello d'allarme, se paragonati alla Maginot del recente passato. Il lavoro dello scouting guidato da Dario Baccin viaggia sempre sul binario di un diktat. Pochi, ma buoni. Molto. Yann Bisseck preso dall'Aarhus è l'esempio migliore dell'operato degli osservatori nerazzurri, per questo siamo curiosi di vedere presto Tajon Buchanan e Tomas Palacios. E in Primavera cresce Luka Topalovic che è stato l'investimento più importante per la cantera del quale, come di Mike Aidoo, anche nello spogliatoio della prima squadra dicono grandi cose. Per questo c'è poco da riparare, adesso. Se dovesse arrivare l'offerta per un giocatore come Arnautovic, o pure Taremi, o anche Correa, dunque di un attaccante, ecco che l'Inter potrebbe valutarla. Ma a centrocampo è completa, anche se servirà un co-titolare per Calhanoglu se Krjstian Asllani continua a non garantire galloni da titolare per Inzaghi. Dietro pure, anche se per la prossima stagione sarà tempo di rivoluzione. Già. Ma non adesso. Non ancora.
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