
Kolasinac, crack al ginocchio e Atalanta di nuovo in emergenza
Una domenica da dimenticare per Sead Kolasinac: alle prese con un movimento innocuo, durante una normale azione difensiva, il pilastro difensivo atalantino ha riportato un grave infortunio al ginocchio sinistro. Gli esami diagnostici hanno purtroppo confermato la rottura del crociato anteriore e una lesione del menisco esterno, infortuni che lo terranno lontano dai campi almeno per i prossimi sei mesi.
FUTURO DA RISCRIVERE
Ora Kolasinac dovrà sottoporsi rapidamente a un intervento chirurgico, per poi iniziare un percorso riabilitativo che lo riporterà in campo presumibilmente intorno alla fine di ottobre. Tuttavia, la società dovrà ragionare a fondo sulla prossima stagione, dato che il bosniaco ha il contratto fino al giugno 2026. Un vero rompicapo per la dirigenza nerazzurra, che dovrà necessariamente rivedere le strategie di mercato in difesa.
LA CARICA DI GASP
L’infortunio di Kolasinac oscura parzialmente la grande reazione della squadra, che proprio nella sfida casalinga contro il Bologna ha interrotto una striscia negativa di tre sconfitte consecutive. Un risultato determinante, applaudito dai vertici societari con Antonio Percassi in testa: il presidente nerazzurro si è complimentato personalmente con il gruppo negli spogliatoi.
Gian Piero Gasperini vede così rilanciate le ambizioni Champions della Dea: «Questi tre punti pesano tantissimo – ha sottolineato il tecnico – perché interrompono un periodo difficile e ci rimettono nella giusta direzione. Ora però dobbiamo completare il lavoro: ci servono almeno altre tre vittorie per garantirci il piazzamento tra le prime quattro. Il prossimo impegno con il Milan sarà fondamentale».
IL PESO DEL LEADER
Nonostante gli stop fisici avuti durante la stagione, Kolasinac era diventato una delle certezze assolute dello spogliatoio atalantino, portando carisma, leadership e grinta. La sua assenza, quindi, rischia di pesare non solo sotto l’aspetto tattico, ma anche sul piano mentale. La società bergamasca, però, ha già dimostrato in passato di saper fronteggiare emergenze come questa, rilanciando talenti giovani e affidandosi alla forza del gruppo.
Ora servirà una nuova prova di maturità e carattere. Quella che potrebbe riportare la Dea in Champions League, onorando così al meglio anche il suo leader ferito.







