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Dea, il coraggio è mancato a Gennaio
Oggi alle 00:30Primo Piano
di Redazione TuttoAtalanta.com
per Tuttoatalanta.com

Dea, il coraggio è mancato a Gennaio

Gasperini saluta il sogno Scudetto, ma l’errore vero è stato non provarci fino in fondo sul mercato

La prudenza nel calcio è spesso una virtù, ma in certi momenti può rivelarsi un freno decisivo. L’Atalanta che oggi dice addio ufficialmente al sogno Scudetto paga forse questo prezzo: una sessione di mercato a gennaio vissuta con troppa timidezza, con la convinzione di poter vincere senza cambiare troppo, credendo forse che il miracolo potesse ripetersi senza aggiungere nuovi elementi di spessore.

Ecco, qui forse sta la grande colpa della Dea: aver guardato al mercato di gennaio con la paura di sbagliare, scegliendo la strada più comoda, quella del non intervento, della minima modifica. Daniel Maldini per Zaniolo, Posch inserito con discrezione per sopperire agli infortuni di Scalvini e Kossounou, pochissimo altro. Come se quella rosa, pur eccellente e brillante fino a quel momento, non avesse bisogno di qualcosa in più per affrontare uno sprint finale con ambizioni così alte. In sostanza, l’Atalanta si è trovata impreparata all’appuntamento decisivo perché non abituata a ragionare in grande fino in fondo.

Certo, parlare oggi, dopo Firenze e dopo l’Inter, è facile. Ma il rimpianto resta, e si fa strada con forza: e se avessero osato di più? Se avessero puntellato centrocampo o difesa con un grande acquisto, se avessero cercato un ricambio più affidabile per l’infortunato Scamacca, se avessero avuto quel pizzico di audacia che fa spesso la differenza tra il sogno e la realtà?

Gasperini ora guarda in faccia l’occasione persa, non solo sul campo ma soprattutto fuori. Perché il calcio moderno, che lo si voglia o no, si vince anche nelle sessioni di mercato, soprattutto quelle invernali, quelle decisive per lo sprint finale. In questo senso l’Atalanta ha peccato di inesperienza, forse anche di timore reverenziale verso se stessa, e oggi paga questo conto salato.

Quel gradino non salito a gennaio oggi diventa un macigno. È stato bello sognare, ma forse per vincere davvero serviva meno prudenza e molto più coraggio.