
"Piazza pulita": la Nord insorge, la stagione dell'Ascoli finisce tra rabbia e dolore
La parola fine su una delle stagioni più amare dell'Ascoli è arrivata nel modo peggiore: una sconfitta casalinga contro il fanalino di coda Legnago, davanti a poco più di cinquemila spettatori e sotto una Curva Nord carica di rabbia e delusione.
Al loro arrivo sugli spalti, la contestazione è esplosa con forza e senza sconti. "Noi vogliamo piazza pulita" recitava lo striscione principale, un messaggio chiaro, diretto e senza appello. Accanto, due gigantografie del "Presidentissimo" Costantino Rozzi, a ribadire l’orgoglio per un passato vincente che oggi appare lontanissimo.
A colpire è stata anche l'ironia amara dei tifosi: uno striscione recitava "Momentaneamente assenti, eravamo sul carro dei festeggiamenti", un chiaro riferimento alle parole del patron Massimo Pulcinelli pronunciate durante la stagione, quando aveva criticato i tifosi. Da lì in poi, cori incessanti contro la proprietà, contro la dirigenza e contro la squadra.
Nel mirino soprattutto il direttore generale Verdone, con uno striscione pungente: "Verdone e Albertini, a quando i prossimi provini?", a sottolineare la rabbia per una gestione ritenuta inadeguata e fallimentare.
Non è mancata la protesta nei confronti degli imprenditori locali, accusati di sostenere una gestione che la curva giudica ormai irrimediabilmente compromessa: "Imprenditori ascolani, basta finanziare una gestione fallimentare", un altro striscione che ha lasciato poco spazio alle interpretazioni.
Durante il secondo tempo, la Nord ha poi aumentato la pressione: "Squadra senza anima, società senza rispetto, piazza pulita il nostro verdetto" è stato il verdetto urlato a gran voce. Anche il tecnico Mimmo Di Carlo è stato contestato apertamente con lo striscione "Di Carlo burattino, l'obiettivo era il nostro declino?", segno di una frattura ormai insanabile tra il tifo e tutte le componenti sportive.
In un clima così teso e avvelenato, un solo momento di applausi e affetto: quello riservato a Gianfranco Pasinato, l'ex "Cavallo Pazzo" bianconero protagonista degli anni d'oro, presente in tribuna.
Il messaggio della Curva Nord è chiaro: serve un cambio radicale, un segnale forte per riportare dignità e ambizione in una piazza che vive di passione e che non accetta l’idea di una mediocrità che non le appartiene. L'Ascoli chiude il campionato non solo con una salvezza stentata, ma soprattutto con una ferita profonda che solo scelte coraggiose e concrete potranno rimarginare.







