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Il Venezia è diventato scomodo come voleva. Ora Di Francesco aspetta il mercato
"Il Venezia dev'essere scomodo per gli avversari": questa frase è stata pronunciata lo scorso 24 settembre allo stadio Penzo dal General Manager e direttore sportivo dei lagunari, Filippo Antonelli. Beh, dopo l'ennesima trasferta insidiosa dove i veneti sono usciti a testa alta, questo obiettivo si può dire che per la squadra di Di Francesco sia già stato raggiunto.
Solo due partite del tutto sbagliate
Il ko contro il Napoli fa male per il Venezia, che aveva annusato l'impresa di fermare una delle favorite per lo Scudetto, per poi capitolare su un singolo errore, pur dopo una partita nella quale i rivali sembravano non poter segnare mai, nemmeno di fronte ad occasioni clamorose. Se c'è una cosa però che Pohjanpalo e compagni si portano dietro risalendo l'Italia nel postpartita però, questa è la consapevolezza che davvero siano arrivati a dare del filo da torcere a tutte, o quasi fino ad ora. Solamente le trasferte contro Milan (comunque decisa più dagli episodi andati tutti e subito storti) e Bologna (secondo tempo di quasi resa) sono infatti state davvero negative. Fiorentina e Juventus fermate sul pari, di certo senza fare le barricate, ma anzi non rinunciando alle proprie idee, poi tanta paura messa a Roma, Inter e Napoli appunto.
Dal mercato Zerbin, poi un arrivo per reparto?
Ora Di Francesco aspetta il mercato. Che arrivi un difensore è appurato, dato che Svoboda ha probabilmente finito la stagione, ma se già prima c'era questa sensazione, significa che potrebbe esserci anche più di un innesto nel reparto arretrato, con i nomi di Caldirola e Marchizza come primi individuati dalle opportunità del mercato. Davanti è in dirittura d'arrivo Zerbin: già in estate il tecnico aspettava rinforzi in quella zona di campo, poi anche per l'impossibilità ad arrivare agli obiettivi inseguiti si decise di puntare sull'adattamento di Busio. Poi anche in mediana sono attesi 1-2 giocatori che possano aggiungere qualità al reparto. Intanto, il Venezia lavora sul campo, dove i miglioramenti rispetto all'inizio della stagione sono innegabili e sotto gli occhi di tutti. Uno su tutto: la valorizzazione di alcuni giovani e sottolineare oggi l crescita di Stankovic, per dirne uno, è cosa banale.
Solo due partite del tutto sbagliate
Il ko contro il Napoli fa male per il Venezia, che aveva annusato l'impresa di fermare una delle favorite per lo Scudetto, per poi capitolare su un singolo errore, pur dopo una partita nella quale i rivali sembravano non poter segnare mai, nemmeno di fronte ad occasioni clamorose. Se c'è una cosa però che Pohjanpalo e compagni si portano dietro risalendo l'Italia nel postpartita però, questa è la consapevolezza che davvero siano arrivati a dare del filo da torcere a tutte, o quasi fino ad ora. Solamente le trasferte contro Milan (comunque decisa più dagli episodi andati tutti e subito storti) e Bologna (secondo tempo di quasi resa) sono infatti state davvero negative. Fiorentina e Juventus fermate sul pari, di certo senza fare le barricate, ma anzi non rinunciando alle proprie idee, poi tanta paura messa a Roma, Inter e Napoli appunto.
Dal mercato Zerbin, poi un arrivo per reparto?
Ora Di Francesco aspetta il mercato. Che arrivi un difensore è appurato, dato che Svoboda ha probabilmente finito la stagione, ma se già prima c'era questa sensazione, significa che potrebbe esserci anche più di un innesto nel reparto arretrato, con i nomi di Caldirola e Marchizza come primi individuati dalle opportunità del mercato. Davanti è in dirittura d'arrivo Zerbin: già in estate il tecnico aspettava rinforzi in quella zona di campo, poi anche per l'impossibilità ad arrivare agli obiettivi inseguiti si decise di puntare sull'adattamento di Busio. Poi anche in mediana sono attesi 1-2 giocatori che possano aggiungere qualità al reparto. Intanto, il Venezia lavora sul campo, dove i miglioramenti rispetto all'inizio della stagione sono innegabili e sotto gli occhi di tutti. Uno su tutto: la valorizzazione di alcuni giovani e sottolineare oggi l crescita di Stankovic, per dirne uno, è cosa banale.
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