TUTTO mercato WEB
Venezia, Di Francesco si regala un bel Natale: con il Cagliari è il successo del lavoro
Non era mica facile accettare la sfida che il Venezia gli aveva lanciato in estate: iscrivere alla lotta per la salvezza una squadra che a detta di tutti partiva dall'ultima fila, in più dovendo assemblare un mix fra giovani da svezzare e giocatori sì più esperti, ma la maggior parte dei quali tutt'altro che navigati in questa categoria. E non era facile tenere il timone dritto, quando la nave stava affondando, ma lo ha fatto e contro il Cagliari è stato finalmente premiato anche da un pizzico di fortuna. Eusebio Di Francesco, vincendo contro il Cagliari, si è regalato proprio un bel Natale.
Gli indizi per dare credito al suo Venezia c'erano: soltanto contro Milan e Bologna questa squadra non aveva tenuto testa all'avversario (se non per una decina di minuti a San Siro, in una gara poi indirizzata dagli episodi negativi) e non è una cosa da poco se si guardano tante delle rivali per la salvezza e certe sonore sconfitte che hanno rimediato. Certo che quando i complimenti sull'identità ed il gioco si sprecano ed i risultati non arrivano, lui lo sa bene, poi il rischio è che si mandi tutto all'aria troppo facilmente. Il club non lo ha fatto, confermandolo a parole e con i fatti, lui nemmeno, credendo ancora in quelle idee che sembravano sempre più assimilate dai giocatori.
Ma se Stankovic è stato decisivo e Gaetano ha mandato alto da due passi il pallone del pari, che meriti ha l'allenatore, si chiederà qualcuno? Beh, i meriti sono nel fatto che in una gara del genere il Venezia abbia mostrato quel cuore che chiedeva alla vigilia, abbia mostrato crescita nel saper leggere i momenti della partita ed abbia avuto più attenzione nel non commettere quegli errori scriteriati che hanno compromesso altri match. Ma soprattutto: Stankovic, Nicolussi Caviglia ed Oristanio, tanto per fare tre nomi, è stato proprio lui a metterli in campo, tenerli lì anche quando non convincevano e valorizzarli, aspettandoli ed accompagnandoli, portandoli oggi a decidere oggi le partite come stanno facendo. Perché al termine della sfida del Penzo in tanti fra i giornalisti cagliaritani si sono chiesti: come mai Oristanio non è stato riscattato dal Cagliari? Il giocatore che si gustano oggi in Veneto però è tutt'altro attaccante rispetto a quello sbarcato in Laguna in estate, ma pure rispetto a quello che a Cagliari entrava per fare spezzoni di partita spesso poco concreti.
Ecco perché quello contro il Cagliari è stato il successo del lavoro, sui giocatori e sulla squadra, che il tecnico ha saputo portare avanti, mantenendo una calma invidiabile nel momento più nero. E che ora lo aiutano a proiettarsi ai prossimi impegni con maggior ottimismo e con la consapevolezza che la salvezza vada davvero conquistata punto su punto e non tutta in una partita.
Gli indizi per dare credito al suo Venezia c'erano: soltanto contro Milan e Bologna questa squadra non aveva tenuto testa all'avversario (se non per una decina di minuti a San Siro, in una gara poi indirizzata dagli episodi negativi) e non è una cosa da poco se si guardano tante delle rivali per la salvezza e certe sonore sconfitte che hanno rimediato. Certo che quando i complimenti sull'identità ed il gioco si sprecano ed i risultati non arrivano, lui lo sa bene, poi il rischio è che si mandi tutto all'aria troppo facilmente. Il club non lo ha fatto, confermandolo a parole e con i fatti, lui nemmeno, credendo ancora in quelle idee che sembravano sempre più assimilate dai giocatori.
Ma se Stankovic è stato decisivo e Gaetano ha mandato alto da due passi il pallone del pari, che meriti ha l'allenatore, si chiederà qualcuno? Beh, i meriti sono nel fatto che in una gara del genere il Venezia abbia mostrato quel cuore che chiedeva alla vigilia, abbia mostrato crescita nel saper leggere i momenti della partita ed abbia avuto più attenzione nel non commettere quegli errori scriteriati che hanno compromesso altri match. Ma soprattutto: Stankovic, Nicolussi Caviglia ed Oristanio, tanto per fare tre nomi, è stato proprio lui a metterli in campo, tenerli lì anche quando non convincevano e valorizzarli, aspettandoli ed accompagnandoli, portandoli oggi a decidere oggi le partite come stanno facendo. Perché al termine della sfida del Penzo in tanti fra i giornalisti cagliaritani si sono chiesti: come mai Oristanio non è stato riscattato dal Cagliari? Il giocatore che si gustano oggi in Veneto però è tutt'altro attaccante rispetto a quello sbarcato in Laguna in estate, ma pure rispetto a quello che a Cagliari entrava per fare spezzoni di partita spesso poco concreti.
Ecco perché quello contro il Cagliari è stato il successo del lavoro, sui giocatori e sulla squadra, che il tecnico ha saputo portare avanti, mantenendo una calma invidiabile nel momento più nero. E che ora lo aiutano a proiettarsi ai prossimi impegni con maggior ottimismo e con la consapevolezza che la salvezza vada davvero conquistata punto su punto e non tutta in una partita.
Altre notizie
Ultime dai canali
cagliariPrimavera 1- Cagliari-Fiorentina 0-0: i viola vicini al vantaggio
romaTRIGORIA - Lavoro di scarico per chi ha giocato contro il Parma. Ancora out Cristante. VIDEO!
juventusOggi per la Juventus ultimo giorno di lavoro prima della pausa per Natale
romaLe probabili formazioni di Milan-Roma
romaRoma-Parma 5-0 - Cosa dicono gli xG - Ancora tanti tiri di qualità. Ranieri supera Juric all'Olimpico. GRAFICA!
romaLe pagelle di Roma-Parma 5-0
romaRoma-Parma 5-0 - Scacco Matto - Dominio sulle fasce, i giallorossi schiantano gli ospiti, le mosse di Ranieri
romaGli uomini del mister
Primo piano