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Perinetti: "Il Venezia ha una sola arma: continuare a credere nel suo gioco"
Giorgio Perinetti, ex dirigente del Venezia, ha parlato oggi a La Nuova Venezia del momento della squadra arancioneroverde: "Seguo sempre il Venezia, anche perché Antonelli, Molinaro, ma anche Di Francesco sono stati miei giocatori. Adesso che sono fermo (Perinetti il 22 settembre ha lasciato la carica di direttore tecnico dell’Avellino, ndr) in questi giorni sono proprio qui in città a trovare degli amici. Venezia mi accoglie sempre con affetto e questo mi fa molto felice. È una squadra che seguo, come detto, con attenzione particolare e con grande affetto. Il Venezia si è approcciato alla Serie A da neopromossa con una certa autorità e identità di gioco, ma sappiamo che la massima serie è molto difficile.
Questa supremazia territoriale e questo sviluppo interessante di gioco che propone Di Francesco, purtroppo, se non porta alla concretizzazione, poi è logico che in A al primo errore si viene puniti se consideriamo gli attaccanti avversari micidiali che non perdonano. Questo aspetto si è visto anche contro il Parma e con qualche indecisione del giovane portiere Stankovic, gli arancioneroverdi hanno pagato un prezzo troppo alto. Questa è l’analisi che si può fare fino ad ora. Credo che il Venezia abbia solo l’arma di continuare a credere nel gioco che fa sperando di avere più fortuna nell’area avversaria".
Cosa hanno detto queste prime 12 giornate di campionato?
"È un campionato diverso da quelli degli anni passati, dove solitamente si vedeva una squadra davanti in fuga e dietro una staccata. C’è grande competitività e incertezza nelle zone alte e in coda e penso che questa situazione rimarrà per molto tempo. Nella lotta per la salvezza nessuno sembra così tranquillo da staccarsi e lasciare dietro le altre, così come al vertice con l’Inter che ha fatto qualche passaggio a vuoto e con il Napoli di Conte che ha trovato subito una sua concretezza, ma poi ci sono anche Juve e Atalanta con le sorprese di Fiorentina e Lazio. Insomma, un campionato molto combattuto, di grande imprevedibilità e credo che all’inizio del mercato di gennaio forse avremo un po’ di chiarezza in più sui valori delle contendenti".
Questa supremazia territoriale e questo sviluppo interessante di gioco che propone Di Francesco, purtroppo, se non porta alla concretizzazione, poi è logico che in A al primo errore si viene puniti se consideriamo gli attaccanti avversari micidiali che non perdonano. Questo aspetto si è visto anche contro il Parma e con qualche indecisione del giovane portiere Stankovic, gli arancioneroverdi hanno pagato un prezzo troppo alto. Questa è l’analisi che si può fare fino ad ora. Credo che il Venezia abbia solo l’arma di continuare a credere nel gioco che fa sperando di avere più fortuna nell’area avversaria".
Cosa hanno detto queste prime 12 giornate di campionato?
"È un campionato diverso da quelli degli anni passati, dove solitamente si vedeva una squadra davanti in fuga e dietro una staccata. C’è grande competitività e incertezza nelle zone alte e in coda e penso che questa situazione rimarrà per molto tempo. Nella lotta per la salvezza nessuno sembra così tranquillo da staccarsi e lasciare dietro le altre, così come al vertice con l’Inter che ha fatto qualche passaggio a vuoto e con il Napoli di Conte che ha trovato subito una sua concretezza, ma poi ci sono anche Juve e Atalanta con le sorprese di Fiorentina e Lazio. Insomma, un campionato molto combattuto, di grande imprevedibilità e credo che all’inizio del mercato di gennaio forse avremo un po’ di chiarezza in più sui valori delle contendenti".
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