La resa dell’Unione
Imbarazzante. Tremendo, atroce dover tirare già le somme, fare le prime ma quasi decisive analisi a fine novembre. Oramai il tempo è scaduto. E non perché non ve ne sarebbe per sistemare una classifica ancora cortissima; ma perché gli errori nella costruzione di questa stagione sono talmente evidenti da non poterli più tacere. È, o almeno dovrebbe essere, l’ultima notte di Di Francesco come allenatore dell’Unione, e questo è un fallimento per tutti, da chi l’ha scelto questa estate a chi, come me, ha provato a trovarne ogni possibile lato positivo. Ma la prestazione di questa sera è così devastante ed umiliante da dover, forza di cose, cancellare anche le ultime sensazioni positive in una squadra che, finora, aveva comunque mostrato delle scintille di calcio, un barlume di coraggio. Ma per chi era insieme a noi a Bologna, il sentimento di resa incondizionata è talmente insostenibile ed evidente da rimuovere ogni possibile giustificazione. E se il mister sarà per forza di cose il capro espiatorio di questo disastro, bisogna anche iniziare a parlare di una gestione societaria che negli ultimi mesi ha scalfito ogni giorno di più la nostra fiducia nel loro fumoso progetto. Ancora una volta bisogna parlare di sincerità e di onestà verso il proprio popolo. Cosa significa infatti per voi “aver imparato dagli errori” quando tre anni dopo si compiono gli stessi identici sbagli? Le lacune tattiche e tecniche di questo VeneziaMestre sono purtroppo chiarissime adesso come ad agosto, come mai abbiamo dovuto aspettare così tanto per comprenderlo? Perché qualche mese fa sembrava ci fosse stato questo sconvolgimento societario ed invece non si è potuto fare un minimo di mercato senza dover aspettare la vendita di Tessman? Bastava parlare e, per una volta, raccontare la verità. Qual era la nostra situazione economica (la migliore di sempre.. cit)? Il vero peccato è uno ed uno soltanto, che mi svuota dentro, rischiare di buttare via per la seconda volta di fila l’occasione di infuocare definitivamente una intera città. State gettando al vento la possibilità di creare qualcosa che in questa terra non si era mai vista, far crescere generazioni con il sogno e l’ideale dell’Unione. Per cosa? Per un bilancio disastrato? Ed allora potete, per favore, raccontarci qual è il vostro obiettivo e progetto? Quanto vi state rendendo conto del senso di mestizia ed impotenza che una partita del genere può portare agli 850 ragazzi che vi hanno seguito anche stasera? Quand’è che un presidente che in questi anni è stato sempre in prima fila per prendersi gli applausi, si prenderà anche la responsabilità di una gestione del club che è sopravvissuta solo grazie ad un miracolo sportivo? E se i fischi se li prendono questi ragazzi che, in ogni caso, stanno gettando sul terreno di gioco tutto quello che hanno, quando sarà il momento per capire che avrebbero avuto bisogno di certezze, di convinzioni, di una società che gli facesse, e ci facesse, credere veramente e totalmente di voler lottare per la salvezza?
Spiace, ma siamo esausti di dover sognare un futuro, se non brillante, almeno limpido.
Chiedevamo solo di esser orgogliosi di voi, ma stasera c’è ben poco di cui andare fieri. Dimostrateci che c’è ancora speranza, che questo VeneziaMestre abbia ancora un senso.
Avanti Unione.