Venezia, Di Francesco: "Partita proibitiva? Bisogna crederci. Vedo la crescita della squadra e dei singoli"
Eusebio Di Francesco, allenatore del Venezia, ha parlato in conferenza stampa prima della partita di domani sera a San Siro contro l'Inter. Queste le sue parole.
L'Inter è favorita. Il Venezia cosa può fare?
"Crederci. Come fatto nelle ultime partite. Chiamiamola partita proibitiva, come può essere definita da qualcuno, ma il nostro compito è crederci. Sapendo che siamo contro i Campioni d'Italia ma hanno anche tante partite da fare. Dovremo essere bravi a sfruttare ogni minima chance".
Infermeria?
"Tutti a disposizione tranne Bjarkason che dovrebbe rientrare durante la sosta, sto facendo della valutazioni in base alla condizione generale di ogni ragazzo, valuterò fino a domani pomeriggio per capire chi avrà la condizione migliore".
Sta per finire il vostro tour de force…
"Sì, tre partite in pochi giorni ma per fortuna siamo usciti vincitori nell’ultima gara, che non era alla pari viste le 48 ore di recupero in più che avevano loro, e si è visto all’inizio con loro che avevano più gamba e più brillantezza".
Di cosa è più soddisfatto come allenatore?
"Non voglio parlare di me ma del gruppo, la capacità di rimanere in partita e la lucidità che non abbiamo avuto a Monza, con l’Udinese abbiamo fatto molto meglio capitalizzando al meglio la superiorità. Vedo la crescita della squadra ma anche individualmente, giocatori che entrano e determinano".
Haps braccetto, ha fatto una grande partita…
"L’avevo già usato lì a Monza, molto meglio con l’udinese. In base alle partite posso usufruire di un braccetto più terzino, in questo caso volevo avere un palleggio migliore con un mancino, visto che Sverko ancora non è al meglio, nella ripresa mi sono messo in una sorta di 424 che ci ha permesso di sfruttarlo anche come terzino".
Con l’Inter ci saranno sorprese?
"Eh, qualcosa bisogna sempre cambiare in base all’avversario. Mi piace avere dinamicità dalla squadra, le strategie sono differenti. La strategia oggi è più importante della tattica".
Oristanio sta diventando determinante?
"Abbiamo due giocatori con quelle caratteristiche, Yeboah ha un dribbling secco impressionante, si sta allenando benissimo. Gaetano sta facendo una grande crescita, gli manca ancora un po’ quella continuità all’interno della singola gara, deve ambire a questo attraverso il lavoro".
Finalmente ha a disposizione tutto il reparto difensivo…
"Marin Sverko deve ancora trovare una condizione ottimale, ma mi permette di poter scegliere diverse soluzioni, a volte anche troppe, ma mi fa piacere. Molti giocatori sono in crescita e avranno la loro occasione".
Ellertsson?
"Gli ho cambiato un po’ la posizione in campo, è un giocatore eclettico e camaleontico, credo che bisogna trovargli il posto dove possa esprimersi al meglio, in questo ruolo qui lo sta facendo, ma è uno di quei giocatori di cui sto valutando la condizione viste le due partite importanti che ha fatto soprattutto a livello fisico".
Davide Turco TVS - Fra le cose da aggiustare, ritiene ci sia anche una certa distanza fra le linee, che in diversi momenti delle partite fa perdere gli equilibri?
"Il concetto di equilibrio è molto sottile, il rischio di allungarsi esiste, gli spazi fra le linee ci possono essere anche per le caratteristiche fisiche dei giocatori. Ci sta che dobbiamo migliorare nell'equilibrio come dici tu".
Davide Turco TVS - La forza dell'Inter è nel modo corale in cui giocano.
"Credo che non ci sia un modulo, perché è dinamico. Al posto dei braccetti ti trovi i centrocampisti. Hanno grande intelligenza, ma anche qualità, che li rende un imprevedibili, dovremo anche noi rispondere con intelligenza fluidità".
Questa squadra quanto è più vicina all'identità che vuole, rispetto alla prima volta che ha giocato a San Siro contro il Milan? Quell'identità che si è vista contro l'Udinese per esempio?
L’abbiamo dimostrata in più partite, la gara di Milano ci ha insegnato tanto non dobbiamo ricommettere questi errori. Il contesto, l’ambiente è particolare, ti porta a farti tremare un po’ le gambe, ma già ci sono tremate una volta, ora dobbiamo avere il coraggio che ci contraddistingue.
L’Inter in certe fasi ti mette in difficoltà col pressing, anche l’Udinese lo ha fatto nel primo tempo…
"Abbiamo fatto fatica nella prima mezz’ora loro non facevano un pressing asfissiante, ma hanno giocatori di gamba che coprono più campo, ci sta che una partita venga più dominata da una squadra, è stato braviussimo Stankovic a tenerci in vita sul 2-0 e poi siamo stati bravvissimi a reagire e capovolgere la partita".
L'abbiamo vista richiamare Stankovic a sé contro l'Udinese, cosa gli hai detto?
“C’era qualcosa da aggiustare, in costruzione il portiere per noi diventa molto importante, in quel momento c’era qualcosa da migliorare ma sono giovani con grandissima voglia di imparare e migliorare”.