TUTTO mercato WEB
Christian Argurio, il siciliano dei balcani. Fra la sua Croazia e i tanti talenti scoperti
Nelle scorse ore, all'età di 52 anni, ci ha lasciato Christian Argurio, direttore sportivo del Novara dallo scorso febbraio. Un progetto, quello del club piemontese, che lo aveva convinto a tornare in Italia lasciando la "sua" Croazia.
Profondamente appassionato del calcio slavo e di quello croato in particolare, tanto da conoscere e vivere fin nei più piccoli dettagli la Nazionale che arrivò terza al Mondiale di Francia 1998, Argurio, classe 1972 messinese di nascita, ha iniziato il suo percorso nel mondo del calcio ad inizio anni 2000 nel club della città peloritana, prima di volare ad Udine per diventare il caposcout dell'Udinese della famiglia Pozzo. Tre anni in Friuli densi di viaggi e di scoperte, come quella che ha permesso ai bianconeri di portare in Italia e far conoscere al Mondo Luis Murie.
Da lì, era l'estate 2001, il ritorno al sud vivendo esperienze con Bari, Catania (due volte), Akragas e di nuovo Messina. Avventura, questa, inframezzata anche da una stagione vissuta ancora in bianconero, ma questa volta quello più importante d'Italia: quello della Juventus.
Nel 2019, poi, la scelta di diventare attore protagonista del calcio che nasce oltre il Mare Adriatico, con l'Hajduk Spalato, prima, e Istra, poi. Fino alla chiamata del suo mentore Pietro Lo Monaco per vestire l'azzurro del Novara. Quello che ha indossato fino all'ultimo.
Profondamente appassionato del calcio slavo e di quello croato in particolare, tanto da conoscere e vivere fin nei più piccoli dettagli la Nazionale che arrivò terza al Mondiale di Francia 1998, Argurio, classe 1972 messinese di nascita, ha iniziato il suo percorso nel mondo del calcio ad inizio anni 2000 nel club della città peloritana, prima di volare ad Udine per diventare il caposcout dell'Udinese della famiglia Pozzo. Tre anni in Friuli densi di viaggi e di scoperte, come quella che ha permesso ai bianconeri di portare in Italia e far conoscere al Mondo Luis Murie.
Da lì, era l'estate 2001, il ritorno al sud vivendo esperienze con Bari, Catania (due volte), Akragas e di nuovo Messina. Avventura, questa, inframezzata anche da una stagione vissuta ancora in bianconero, ma questa volta quello più importante d'Italia: quello della Juventus.
Nel 2019, poi, la scelta di diventare attore protagonista del calcio che nasce oltre il Mare Adriatico, con l'Hajduk Spalato, prima, e Istra, poi. Fino alla chiamata del suo mentore Pietro Lo Monaco per vestire l'azzurro del Novara. Quello che ha indossato fino all'ultimo.
Altre notizie
Ultime dai canali
juventusMonza, Nesta recupera un giocatore ma perde ancora Djuric
championsleagueCorriere dello Sport - "Bologna ormai sei grande"
milanMilan, oggi ultimo allenamento prima di tre giorni di riposo. Fonseca invita le famiglie
napoliCalcio in Tv, le gare trasmesse oggi: continua la 17ª giornata di Serie A
romaCambio Campo - Lorini: "Il Parma fa più fatica contro le piccole squadre piuttosto che contro le big. Pellegrini è un giocatore fantastico"
fantacalcioSerie A Enilive - Calendario completo e risultati dalla 1^ alla 38^ giornata
interMoratti: "Mai pentito di aver comprato l'Inter, mia moglie vorrebbe che la riprendessi"
interMarchetti: "Arnautovic interessa molto al Torino, ma non credo l'Inter voglia cederlo"
Primo piano