Un progetto mai decollato. Dopo Primicile salta anche Imbimbo: "Se non c'è possibilità di fare mercato, il mio contributo è inutile..."
Dopo l’uscita di scena di Rosario Primicile, simbolo di una nuova gestione tecnica annunciata da Ettore Capriola a inizio anno ma mai realmente operativa a causa del blocco del mercato in entrata, è arrivata anche la decisione di Edoardo Imbimbo di lasciare la Turris.
Il tecnico irpino, scelto proprio da Primicile per cercare di risollevare le sorti della squadra dai bassifondi della classifica o quantomeno portare a termine la stagione con dignità, si è ritrovato in una situazione complicata. Non potendo essere tesserato per via del blocco del mercato, ha guidato la squadra a distanza, in qualità di consulente esterno. Tuttavia, dopo alcune settimane di tentativi infruttuosi di sbloccare la situazione, anche Imbimbo ha deciso di farsi da parte.
Il tecnico ha spiegato le motivazioni del suo disimpegno: “Ieri mattina ho salutato la squadra definitivamente. Purtroppo, non ci sono state sorprese positive. Se non c’è possibilità di intervenire sul mercato, il mio contributo diventa inutile. Ero stato chiamato a fine dicembre con l’idea di dare un supporto e mi era stato garantito che ci sarebbero state soluzioni per intervenire sul mercato di riparazione. Tra l’altro, già dopo la partita contro il Potenza, che era stata anche fortunata e ben giocata, era evidente la necessità di agire sul mercato. Quando ti trovi con una rosa ridotta all'osso, composta da dieci, undici elementi, di cui alcuni ragazzini, vai in grande difficoltà...”.
L’ex vice di Novellino ha aggiunto: “Erano state fornite garanzie a me e a Rosario Primicile, ma poi ho capito che qualcuno si è tirato indietro. Rosario è stato lasciato solo, nonostante si sia prodigato moltissimo per la causa, e di riflesso questa situazione ha colpito anche me. Io, come allenatore, sono abituato a lavorare con disciplina, a entrare nella testa dei giocatori, ma per fare questo devi poter garantire loro le condizioni giuste. Senza mercato non puoi costruire nulla e così la mia presenza è diventata superflua”.
Imbimbo ha voluto ribadire che, al momento della chiamata, gli era stato preannunciato un progetto di salvezza e non una resa anticipata: “Quando ho accettato, era stato prospettato un percorso in cui si sarebbe tentata la salvezza, seppur consapevoli delle difficoltà. Non avrei mai accettato un discorso che prevedeva esclusivamente una ‘morte dolce’. A mio avviso, infatti, dopo il pareggio contro il Potenza e con due partite in casa, c’era ancora margine per recuperare punti e ridurre il gap, almeno in ottica playout. A patto che ovviamente si rinforzasse a dovere l'organico…”.
Nonostante le difficoltà, Imbimbo ha voluto ringraziare i giocatori e lo staff per l’impegno dimostrato: “La squadra, dal canto suo, si è dimostrata disponibile. Ho trovato ragazzi che, fino a pochi giorni fa, sembravano disposti a lottare, ma è normale che il morale possa cambiare in una situazione come questa. È giusto così. Nonostante tutto, i calciatori sono stati fantastici con me, così come lo staff, i magazzinieri e i medici. Sono tutte persone serie e preparate, che mi hanno aiutato tantissimo”.
Un addio senza rancore: “Non considero questo un abbandono, ma una presa di coscienza. Io, ad oggi, non sono nemmeno un tesserato della Turris. È una situazione strana, difficile da spiegare. Non ho nulla contro Torre del Greco, una piazza con una grande tradizione e tifosi che meritano il massimo rispetto. Con Primicile ci siamo lasciati con amarezza, entrambi delusi da come sono andate le cose. Aveva grandi energie e ambizioni per risollevare questo ambiente, gli auguro il meglio per il futuro. Della proprietà, invece, posso dire poco, non avendo avuti rapporti diretti con la stessa...".