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De Biasi: "Spalletti ideale per l'Italia. Retegui e Kean diversi, possono giocare insieme"TUTTO mercato WEB
© foto di Lorenzo Marucci
Oggi alle 10:30Serie A
di Alessio Del Lungo

De Biasi: "Spalletti ideale per l'Italia. Retegui e Kean diversi, possono giocare insieme"

"Penso che Spalletti sia l'allenatore ideale per l'Italia, c'è bisogno di chiarezza e di idee, lui è l'uomo giusto". Parla così Gianni De Biasi, ex ct di Albania e Azerbaigian, ma anche ex allenatore di Torino e Udinese a TuttomercatoWeb.com della Nazionale: "Ha pagato come tutti l'esperienza nuova che ha vissuto, ma nulla gli può venire imputato riguardo la gestione. I risultati vanno e vengono, ma lo giudico come una persona positiva che può far bene".

Retegui e Kean sono primo e secondo nella classifica cannonieri. L'Italia ha risolto il problema attaccante?
"Direi di non dirlo, ma i gol si fanno perché uno ha la condizione. Tutti e due hanno buone caratteristiche, sono diversi, possono giocare insieme. Poi rientrerà Scamacca, una punta di peso e di qualità, forte fisicamente e discretamente giovane. C'è da capire come rientrerà dall'infortunio, ma ha ancora tanto da dire".

C'è qualche calciatore che è stato chiamato recentemente che le piace in maniera particolare?
"A me piace che Spalletti allarghi un po' le scelte, che non siano fossilizzate sui soliti. Sicuramente Savona è interessante, sta disputando un buon campionato, e ha margini di miglioramento enormi, deve fare esperienza e la sta facendo alla Juve. Mi piace Rovella, che è dinamico, sa impostare, recuperare palla, tirare da fuori... Forse dovrebbe sfruttare di più il suo talento. Infine menziono Cambiaso, che sta facendo una stagione strepitosa ed è fortissimo per qualità e quantità, poi gioca in vari ruoli. È in linea con il calcio di oggi".

Passiamo alla Serie A, chi vede come favorita per lo Scudetto?
"Il fatto di avere 6 squadre in 2 punti testimonia che la Serie A è molto più bella e divertente rispetto alle passate stagioni nelle quali si capiva subito chi poteva essere il leader del campionato. Regna l'incertezza, è difficile fare un pronostico, ma il Napoli non ha le coppe e questo è un vantaggio".

Il Milan è in difficoltà. Perché?
"Mi piace tantissimo, ha potenziale, tanti giocatori di prospettiva, ma manca qualcosa magari nell'esperienza, nella capacità di fare squadra, gruppo... È l'aspetto più difficile da poter valutare. Se entri dentro lo spogliatoio puoi capire meglio i problemi".

Tra i nuovi allenatori qual è quello che ha avuto il miglior impatto?
"Conte è entrato a gamba tesa a Napoli e ha imposto quello che è il suo vademecum di allenatore di calcio: grande concentrazione, grande lavoro sull'aspetto fisico, che è la cosa più importante e capacità di tenere i giocatori sul pezzo, cosa che risalta. L'anno scorso c'è stata un'annata negativa, era importante ripartire con innesti di valore e lui è il più incisivo".


Il Torino era partito bene, poi ha iniziato a faticare.
"L'infortunio di Zapata ha evidenziato qualche lacuna in più. Non credo i granata avessero nel programma di fare chissà quali risultati, possono inserirsi subito alle spalle di Milan e Bologna, poi c'è anche la Roma che sta andando male... Si sta ritagliando spazi che si è sempre ritagliato, può arrivare dall'8° al 10° posto. Per fare il salto ci sono da fare investimenti diversi, lì è il problema".

C'è una continua contestazione a Cairo.
"Come un gatto che si morde la coda, a Torino si vive una situazione anacronistica, fuori dalla realtà. Il calcio si fa con le potenzialità e le possibilità di un club... Forse deve avere la forza di costruire un gruppo che già ha e inserire giocatori sempre più importanti, di prospettiva, di gamba e per il futuro".

L'Udinese invece continua a sorprendere.
"Ha una buona fisicità, ha qualità, può continuare a fare bene. È una squadra difficile da affrontare, sono bravi nel pressare, nei duelli...".

Ranieri torna alla Roma. Una scelta difficile da pronosticare da parte dei Friedkin.
"È una garanzia di serietà, di lavoro, di passione e di amore per i colori giallorossi, l'ho sempre ricordato come una persona seria, con la giusta umiltà, ma anche con la voglia di dimostrare di essere un ottimo allenatore. È stato sottovalutato per troppo tempo finché non ha vinto la Premier e da lì ha avuto una considerazione diversa, ma è sempre stato un allenatore che sa tirare fuori il meglio dai giocatori che ha".

È la cosa giusta per la Roma?
"L'unico che può dargli una calmata è lui: sa parlare alla gente, è romano e romanista, la scelta che non può che essere giusta".