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Lys Gomis racconta i suoi guai con la droga: "L'infortunio e la scomparsa di mio padre mi hanno portato alla devastazione"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
domenica 23 marzo 2025, 19:34Ex granata
di Marina Beccuti
per Torinogranata.it

Lys Gomis racconta i suoi guai con la droga: "L'infortunio e la scomparsa di mio padre mi hanno portato alla devastazione"

Cresciuto nelle giovanili del Torino, con lui anche il fratello Alfred, tutti portieri, Lys Gomis ha raccontato le sue disavventure con una vita piuttosto spericolata a TMW Radio, nella trasmissione Guelfi e Ghibellini.

Lys ha cominciato a raccontare le sue disavventure, tra cadute per poi rialzarsi.

"Io sono caduto e sono riuscito ad alzarmi perché ho chiesto aiuto alle persone giuste. La libertà è poter chiedere aiuto, ne sono uscito grazie alle persone belle che ho incontrato strada facendo. La mia forza è stata la consapevolezza di dover chiedere aiuto. Avevo tutto quello che un ragazzo poteva sognare, ero un calciatore, avevo i soldi, eppure non era abbastanza. Mi sono fatto di tutte le sostanze possibili ed immaginabili, bevevo alcool ed ero infelice”.

Lys speiga anche le causa che l hanno portato agire in modo negativo.

“L’infortunio che ho avuto e contemporaneamente la mancanza di mio padre hanno contribuito alla mia infelicità. Quando mi sono trovato a dover gestire tutto non ce l’ho fatta. All’epoca mi faceva comodo fare la vittima, il ragazzo che smettendo di giocare a calcio per un infortunio si era trovato smarrito. Erano tutte scuse. È comodo dare la responsabilità ad una perdita e giustificarsi. Io ho un fratello e anche lui ha perso un padre, ma non ha scelto di drogarsi e di bere. Quella scelta è stata solo una mia responsabilità”.

Oggi Golmis ha deciso ai aiutare quei ragazzi che come lui hanno avuto momenti difficili.

“Dopo che ho finito il mio percorso di riabilitazione ho voluto rimanere con loro ed aiutarli a riabilitare i ragazzi che purtroppo cadono in queste cose. Noi abbiamo un progetto chiamato “Io dico di no”, che portiamo all’interno delle scuole e delle società sportive. Dobbiamo spiegare che c’è sempre una seconda strada. Oggi i ragazzi pensano che la droga presa ogni tanto non faccia male e che se ne può uscire, ma dobbiamo spiegargli che non è vero, di droga si muore”.

La fine della carriera è stato un altro momento difficile.

“Io non conosco nessun calciatore che finisce la carriera serenamente, infatti se facciamo un'analisi fanno tutti gli opinionisti, i giornalisti, o comunque rimangono nel settore, perché la verità è che sei spaesato e non sai che fare. Il calcio è vita e quando si spengono le luci dei riflettori arrivano i problemi”.