
ESCLUSIVE TG – Guarena: “Se non vinciamo in casa con l'Empoli … Spero come molti in un cambio di proprietà al Toro”
Marco Guarena è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Guarena è un cabarettista, comico, autore ed è grande tifoso del Toro. Con lui abbiamo parlato del momento della sua squadra del cuore che a dieci partite dalla fine del campionato è all’11° posto.
Il Torino ha fatto pareggiato con il Parma quartultimo, risultato che ai più ha lasciato un po' l’amaro in bocca. Anche a lei?
“Eh sì. Primo, perché siamo andati in vantaggio due volte per cui ti aspetti di portarla a casa. Secondo, perché tre partite di fila noi non riusciamo proprio a vincerle. Con una vittoria si poteva togliersi definitivamente dalla zona bassa e invece no. Per cui sì amaro in bocca, anche se un punto è stato fatto. Però voglio dire, sarebbero potuti essere tre”.
Che cosa le ha dato più fastidio di questo pareggio, oltre al risultato?
“Il fatto di essere andati due volte in vantaggio e che quello che si era visto di bello nelle partite precedenti si sperava appunto, soprattutto grazie ai nuovi arrivati. Elmas continua a segnare anche Adams fa gol, ma per il resto invece una volta che vai in vantaggio poi capita sempre qualche cosa. Soprattutto dopo il gol di Adams si pensava di portarla a casa e invece no”.
Gli errori difensivi, che si ripetono, sono loro che danno fastidio?
“Sì, anche perché non abbiamo ancora trovato la quadra dietro. E poi una volta spesso la nostra forza era la difesa, invece quest'anno no, sabato soprattutto”.
Elmas tre gol in quattro partite, Adams erano sei giornate che non segnava ed è tornato a farlo, l’attacco la soddisfa di più visto che dopo un periodo di difficoltà nelle ultime partite qualche gol in più è stato fatto?
“Per un lungo periodo da quando c'è stato l’infortunio di Zapata abbiamo avuto il problema che faticavamo a segnare. Infatti si sperava a gennaio che la società prendesse qualcuno che facesse gol, ma sappiamo com’è andato il mercato da questo punto di vista. Per fortuna Elmas sta facendo molti più gol di quelli che speravamo potesse fare, un po' perché non giocava da un tot di tempo e un po' per il suo ruolo visto che non è una prima punta bensì un esterno. Toccherà riscattarlo a fine stagione”.
Il riscatto ammonta a 17 milioni, in molti si augurano che resti, ma pensa che il Torino sia disposto a sborsare una tale cifra?
“Diciamo che in un club normale verrebbe sicuramente riscattato, ma al Toro non si sa. La gestione è sempre un po' strana anche perché lui non costa poco. Di certo è un giocatore che ha alzato il livello qualitativo della squadra perché davanti noi non eravamo così prima che arrivasse lui. Sarebbe da riscattare, ma il Toro fa storia a parte”.
La prossima partita sarà di nuovo un'altra che sulla carta è alla portata poiché l’Empoli è terzultimo e il Torino è in una posizione ben superiore. Fiducioso nell’arrivo dei tre punti?
“Tutto porterebbe a pensare alla vittoria, ma da noi questo è pericolosissimo. Noi siamo tranquilli in classifica rispetto a loro e giocando in casa con l’Empoli sembrerebbe scritta una vittoria facile. Io spero molto, ma non è così. In realtà l’Empoli l’ultima volta che è venuto a Torino si è comportato bene anche se non nel nostro stadio e ha battuto la Juventus eliminandola dalla Coppa Italia. E’ una cosa che fa sempre piacere, però qualche mese fa aveva fatto la stessa cosa con noi. E questo vuol dire che, soprattutto in trasferta, è una squadra più agguerrita di noi. Siamo in un posizione che ormai dovrebbe garantirci la salvezza, però probabilmente non ambiremo a nient'altro. A livello di motivazioni sicuramente ne hanno più loro. Noi del Toro siamo tendenzialmente pessimisti per l'anzianità, nel senso che soffrendo molto il pensiero è sempre che non ce la faremo. In realtà la partita sulla carta sembrerebbe facile, ma siamo al Toro. Comunque l’Empoli è lì che lotta per la salvezza, per cui sicuramente non sarà una partita semplice”.
E’ dalla partita con l'Udinese del 29 dicembre, che il Torino ha infilato un filotto di gare con risultati positivi, a parte la sconfitta col Bologna. Sono stati soprattutto pareggi, però anche qualche vittoria tra cui quella col Milan. Se l'aspettava?
“No, non me l'aspettavo. Mi ero rassegnato e neppure i nuovi arrivi mi avevano fatto cambiare idea perché prevaleva il pensiero che tanto dovevano inserirsi e per farlo ci sarebbe voluto tempo visto che si pensava che non fossero in forma poiché da tempo non giocavano nelle squadre dov’erano. Ma in realtà ci hanno portato punti in più. Un mini filotto l'abbiamo fatto, anche se per noi una partita è sempre diversa dall'altra, nel senso che se anche s’imbocca una strada positiva in ogni gara o il Torino ti stupisce in bene o in male, almeno a me succede così”.
Mancano 10 partite alla fine del campionato, se potesse andare al Filadelfia e parlare alla squadra facendo ai giocatori un bel discorsetto, che cosa direbbe?
“In realtà adesso matematicamente è difficile fare dei discorsi, ma si potrebbe dire avete la mente più libera di altre squadre quindi andate in campo per giocarvele tutte e poi vediamo cosa succederà. Magari quelle davanti crollano, però a livello dei traguardi da raggiungere non ne vedo tantissimi. Ma appunto basta imbroccare 3 partite, vuol dire fare 9 punti, e ti cambia un po' la classifica seppur la nostra sia un po' segnata. Più che alla squadra il discorsetto lo farei alla società, avrei tante cose da dire”.
Cosa direbbe alla società?
“Lavorate in funzione della prossima stagione, fate giocare i giovani, che era quello che si faceva una volta quando si arrivava a metà classifica e pur avendo ancora partite da giocare non si avevano traguardi da raggiungere”.
Alla società direbbe solo questo oppure avrebbe anche qualche altra cosuccia da dire?
“Avrei molto da dire, ma non tutto può essere detto pubblicamente perché rischierei la querela. Ovviamente siamo tutti un po' stufi della situazione. La sensazione è che se già prima c'erano investimenti non soddisfacenti da parte di Cairo, adesso sembra proprio che si sia arrivati al disinvestimento e magari questo vuol dire che finalmente arriverà un'altra proprietà. E’ quello che speriamo tutti. Prima di tutto perché c'è un rapporto con il presidente che è difficilmente sanabile e poi perché finalmente arrivasse una nuova proprietà si potrebbe provare a fare una progettazione nuova. Progettazione che manca da sempre. Penso che sia sempre mancato un progetto ci sono stati anni in cui ci è andata bene, ma altri in cui ci è andata male. Da noi non c’è mai stato un progetto come all’Atalanta, al Bologna o alla Fiorentina. In passato erano loro a invidiarci, mentre adesso è il contrario perché da loro c’è stata una progettazione e infatti basta vedere dove sono arrivati, mentre noi quando va bene dobbiamo accontentarci del 10° posto”.
Si sta attendendo la cancellazione o comunque l’estinzione delle ipoteche sullo stadio. Anche lei spera che poi magari capiti qualcosa di positivo per il Toro?
“Lo speriamo tutti nel senso che era quella una delle grosse discriminanti. Il problema è che poi ci deve essere qualcuno che voglia prendersi cura del Toro. Perché se cancellano le ipoteche e non c'è nessuna nuova proprietà vuol dire che probabilmente Cairo continuerà a gestisce la società con i soliti rinnovi annuali, senza nessun nuovo investimento. Ed è la cosa che spaventa di più. Teoricamente essere senza ipoteche sullo stadio è una cosa positiva perché dovrebbe attirare degli acquirenti, ma bisogna capire se ci sono. Il problema è sempre quello che sia una multinazionale come Red Bull o che sia un fondo, ormai non esiste più o esistono pochissime figure di presidenti che hanno una società di calcio, devono poi avere davvero interesse nel gestire il Torino con un progetto e i soldi per farlo”.
Dei nuovi giocatori arrivati, sia in estate sia nel mercato invernale, alcuni sono in prestito, Biraghi, Elmas, Pedersen, Salama e Sosa, chi di loro terrebbe?
“Adams mi è piaciuto da subito per lo spirito che ha”.
Ma Adams come Casadei sono giocatori di proprietà quindi non c’è il rischio che tornino alle vecchie squadre.
“Elmas io lo conoscevo solo per aver giocato nel Napoli e ha sempre fatto bene da subentrante visto che al Napoli spesso entrava nel secondo tempo. Per noi lui è un gran lusso avere e se avessimo 11 giocatori del suo livello vorrebbe dire parlare di un altro campionato. Quindi Elmas sicuramente sarebbe da riscattare, ma per farlo servono 17 milioni, cosa accessibile per qualsiasi società ambiziosa, ma per Cairo meno. Casadei è a titolo definitivo è, secondo me, è stato un grande acquisto. La speranza è che non sia il futuro sostituto di Ricci, ma che possa continuare a giocare insieme a Ricci perché vorrebbe dire avere un grande centrocampo. Di prestiti importanti io vedo solo Elmas, Salama poveretto tutti lo prendono in giro perché è un attaccante che ha fatto ben pochi gol in carriera e spesso ha giocato nella Serie B francese. Non possiamo pensare che sia lui a risolvere il problema del gol, in più non l'abbiamo ancora visto all’opera. Sosa è sparito un pochettino dai radar e ha reso meno di quello che ci si aspettava. Pedersen ha dimostrato tanta buona volontà, però gli ho visto fare delle partite disastrose. Mi spiaceva per lui, era arrivato sull'onda di sostituire Bellanova e non è giusto, nel senso che lui ovviamente è un altro tipo di giocatore. Biraghi ha 32 anni e, per quello che vedo, sia per carattere sia per piedi è molto meglio di quelli che avevamo. E’ uno che può fare ancora 2-3 anni buoni quindi sicuramente lo riscatterei, anche perché è uno che tira le punizioni e da noi non c’era nessuno che lo faceva. A Firenze segnava, da noi ne ha provata una, speriamo che le prossime le metta dentro. Ripeto, investirei sul riscatto di Elmas perché sta dimostrando e si sapeva che era di un certo livello. Livello a cui bisognerebbe ambire, giocatori che non sono colpi miliardari ma comunque buoni calciatori. Quest'anno spesso è mancata la qualità di molti giocatori, soprattutto in difesa, forse eravamo abituati troppo bene tra Buongiorno e Schuurs. Dietro effettivamente ci sono dei limiti, non saprei indicare un difensore di cui mi fido ciecamente perché tra Maripán e Cocco, hanno avuto sempre alti e bassi e nel reparto difensivo dovremmo lavorare sicuramente”.
Prima diceva di sperare che Casadei non sia arrivato per sostituire Ricci. Se fosse lei a decidere quali attuali giocatori del Torino non venderebbe per nessun motivo?
“Dovessi rifondare la squadra ripartirei da Ricci e Casadei, Zapata quando torna, Adams sì, Elmas sicuramente, Biraghi in difesa, reparto abbastanza da rifare. Terrei anche Vlasic. E’ uno con i piedi molto buoni, uno che sa giocare, è proprio uno che sa giocare. Fa parte di quella gente che ci manca e si è visto quest'anno perché da quando ha iniziato a girare lui ha girato tutta la squadra. Gineitis tra i giovani è quello che ha fatto vedere le cose migliori e sembra sempre avere una voglia maggiore degli altri, altra cosa che manca in molti giocatori. Ha avuto un po’ di sfortuna tra infortuni cose varie, però, secondo me, un centrocampo, con lui, Ricci e Casadei, sarebbe proprio un bel centrocampo. Altri di incedibili non ne vedo. Di Milinkovic-Savic sono molto contento, soprattutto per lui e anche per noi, che abbia avuto quest'annata facendo partitoni e miracoli. Ha statistiche con numeri davvero molto alti perché subisce molti più tiri dell'anno scorso poiché la difesa è molto peggio rispetto agli anni scorsi,ma a me continua a sembrare un portiere strano, nel senso che io ho sempre un po' di timore quando arriva la palla delle sue parti, anche se ultimamente ci ha smentiti tutti. Ad un certo punto giravano voci che lo cercasse il Manchester City e se ci fosse qualcuno che offrisse tanti soldi per lui lo cederei facendo cassa per poi investire su un giovane, ma parlo per gusto personale. Sanabria è arrivato forse alla fine del suo percorso al Torino, ci aveva entusiasmato quell’anno dei 12 gol. E’ un altro con i piedi molto buoni, ma sega veramente poco. Ilic non so, a me è sempre piaciuto, però è sparito e lo volevano già vendere in estate”.
Cosa si aspetta sabato sera dal Torino contro l'Empoli?
“Spero in una vittoria, con tutte le perplessità sempre del tifoso torinese scottato da sempre. Però se non vinciamo in casa con l'Empoli … In Serie A non c’è mai nulla di scontato come abbiamo visto con l’Inter in casa con il Monza, può succedere davvero di tutto. Secondo me, sabato sera la differenza dipenderà dalle motivazioni. Se Vanoli riuscirà a far stare i giocatori concentrati, secondo me, sulla carta dovremmo portarla a casa, ma se saranno solo le motivazioni a contare l’Empoli ne ha sicuramente di più, però speriamo in bene”.
Ma parliamo un po’ di lei, quali sono i suoi programmi lavorativi nei prossimi giorni?
“Il 28 marzo al Teatro Q77, in corso Brescia 77 a Torino, sarò sul palco per il “Varietalk”, il format di Giampiero Perone che unisce comicità, musica e informazione e ospite d’onore di quella serata sarà Impastato, ex Turbolenti”.
Altro?
“Il 24 maggio, sempre al Teatro Q77, sarò poi impegnato con il mio spettacolo “Politicamente corretto Sambuca”. E’ un monologo comico tra ricordi d’infanzia, luoghi comuni, piemontesi, nuovi costumi e antichi malcostumi. Il tutto filtrato attraverso una lente comica con riflessioni, considerazioni, valutazioni e un’altra mezza dozzina di parole che finiscono in “-zioni”. Tra l'altro tra i vari argomenti, parlerò dei piemontesi e in un passaggio anche del tifoso del toro, pessimista, disincantato e perennemente in sofferenza... perché più pessimista di un piemontese c'é solo una cosa: un piemontese che tifa Toro”.







