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Che al Torino non si faccia di Coco il capro espiatorio: lui ha commesso errori, ma quelli più gravi sono stati fatti da altriTUTTO mercato WEB
Saul Coco
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 12:00Primo Piano
di Elena Rossin
per Torinogranata.it
fonte Elena Rossin

Che al Torino non si faccia di Coco il capro espiatorio: lui ha commesso errori, ma quelli più gravi sono stati fatti da altri

Sarebbe troppo facile far salire il solo Coco sul banco degli imputati per i 14 punti che il Torino ha letteralmente gettato alle ortiche da situazioni di vantaggio. E non sarebbe neanche giusto perché non è l’unico colpevole. Nessuno nega che gli errori di Coco abbiano permesso agli avversari di segnare e al Torino di perdere punti. Errori tecnici, tattici, passaggi sbagliati, retropassaggi sciagurati, disattenzione nelle marcature e nelle letture delle situazioni avvenuti con l’Inter e il Cagliari all’andata e con Atalanta, Genoa, Bologna e Parma al ritorno. Ovviamente non ha solo commesso errori perché ha anche fatto delle discrete partite, ma nel complesso il suo rendimento non è stato soddisfacente.

Va riavvolto il nastro per capire perché il Torino è da inizio stagione che in fase difensiva ha problemi che per quanti sforzi faccia Vanoli non riesce a debellare. Tutto nasce dalle scelte fatte nel mercato estivo: smantellata una difesa solidissima, lo scorso campionato pur con l’infortunio di Schuurs, avvenuto il 21 ottobre del 2023, il Torino era stato la quarta miglior squadra della Serie A per gol subiti, ma aveva giocatori come Buongiorno e Rodriguez e Juric era riuscito a puntellare anche le assenze prolungate di Djidji per infortuni e poi a gennaio tra l’arrivo di Masina e il sacrificio di Tameze a fare il braccetto a sinistra l’equilibrio era stato mantenuto. Senza dimenticare che la crescita di Milinkovic-Savic, pur ancora fra qualche alto e basso, iniziava a prendere corpo. E grazie a tutto questo il Torino chiuse il campionato con all’attivo 18 clean sheet.  La solidità difensiva era il punto di forza della squadra e se anche non era bastata per arrivare a piazzarsi in un posto utile per le coppe europee perché, malgrado l’arrivo di Zapata, i granata segnavano poco, era comunque una buona base se si fosse voluta allestire una squadra più competitiva poiché bastava potenziare l’attacco. E invece no perché è stato ceduto Buongiorno e lasciato andare via Rodriguez a parametro zero oltre anche Djidji per rimpiazzarli con Coco e a fine mercato prendere Maripán, che ci ha messo mesi prima di arrivare ad avere una buona condizione e avere così una resa di un certo livello, e Walukiewicz.

Eppure tutti sapevano (chi pensava il contrario o faceva finta di non sapere oppure non aveva mai prestato la minima attenzione su come agiva da anni il Torino) che dopo il no detto all’Atalanta da Buongiorno, poco prima della fine della sessione di mercato estiva del 2023, Alessandro avrebbe dovuto lasciare il Torino l’estate successiva per rimpinguare le casse societarie e darsi la possibilità di andare in un club che lottasse per obiettivi importanti. Così come il rinnovo di Rodriguez non ci sarebbe stato perché il Torino era disposto solo a offrire un contratto al ribasso. E visti i ripetuti guai fisici di Djidji anche lui sarebbe arrivato a scadenza di contratto senza un rinnovo. In più era già dalla fine dello scorso campionato che si sapeva che Schuurs aveva problemi nel riprendersi dopo l’operazione di ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro e infatti il 1 agosto dovette sottoporsi a intervento artroscopico al ginocchio già operato e quindi i tempi del recupero sarebbero aumentati, poi dilatatisi a dismisura infatti ancora oggi non ha recuperato ed è stato persino escluso dalla lista dei 25. Come se tutto questo non bastasse è stato ceduto a campionato già iniziato anche Bellanova e poi il karma ha calato il carico da novanta con l’infortunio di Zapata, sul quale era stato puntato tutto per l’attacco senza avere però in rosa un’alternativa al colombiano perché Adams non è stato preso per essere il suo alter ego, ma semmai la sua spalla.

E allora chi sono i veri colpevoli? Coco mica ha puntato la pistola alla testa di qualcuno per farsi ingaggiare dal Torino. Il mercato estivo era iniziato il 1° luglio e lo scenario relativo alla difesa era già ben chiaro da mesi. C’era tutto il tempo per individuare e prendere giocatori che se non proprio all’altezza di Buongiorno e Rodriguez almeno ci si avvicinassero. Ad esempio, Maripán, che era finito ai margini nel Monaco, poteva essere preso subito e consegnato a Vanoli per l’inizio del ritiro e invece c’era Coco. Chi ha deciso questo? Per sostituire Bremer fu preso Schuurs, giovane promettente che si è rivelato all’altezza delle aspettative, poi l’infortunio è stato una grandissima sfortuna. Ma chi aveva deciso di prenderlo ci aveva visto giusto oppure si era fatto consigliare bene e allora perché non fare altrettanto per sostituire Buongiorno e Rodriguez? Coco giocava nel Las Palmas e aveva già compiuto 25 anni quando il Torino lo ha preso, mese più mese meno la stessa età di Buongiorno, eppure Alessandro era inseguito da più di un club di alto in Italia e all’estero mentre Coco non aveva tutti questi pretendenti. Lasciando perdere Real Madrid e Barcellona, ma in Spagna di buoni club ce ne sono altri e tutti hanno osservatori e allora perché nessuno si era buttato su Coco? Forse perché ne avevano viste le lacune? E gli osservatori del Torino non si erano accorti di niente oppure se ne erano accorti, ma comunque qualcuno ha deciso di puntare ugualmente su questo giocatore, anche se non costava proprio due spiccioli bensì 7,5 milioni più 2 di bonus?
 Coco non può e non deve essere il capro espiatorio, altri sono i veri responsabili se il Torino ha una fase difensiva mediocre che in parte vanifica quanto faticosamente la fase offensiva costruisce e allora che la dirigenza granata si assuma le responsabilità e in vista del prossimo mercato estivo una buona volta agisca pensando solo all’interesse della squadra.