Al Toro serve una punta, ormai è chiaro a tutti. E alla società?

I risultati del Toro sono figli del mercato estivo, del ritardo con cui è stato eseguito e delle pessime scelte per sostituire partenze eccellenti ed altre meno, ma pur sempre migliori di quelli che poi sono arrivati. In difesa non è arrivato un centrale adatto alla difesa a tre (il modo in cui gioca Paolo Vanoli), o almeno che la conoscesse bene. Qualcosa di meglio è stato fatto sulle fasce, ma visto il rendimento, considerarli rinforzi sarebbe davvero eccessivo. E' però l'attacco la vera spina nel fianco di questa squadra. Ieri contro il Genoa la gara non è stata particolarmente avvincente ma il Toro, nel complesso, si è fatto preferire ai rossoblù, che non impensierito in alcun modo Milinkovic-Savic con il Torino che invece ha colpito un palo clamoroso con Vojvoda, è andato molto vicino al vantaggio con Tameze, gol impedito dall'estremo difensore avversario sul bel gesto atletico del franco-camerunense, e l'ha segnato con Karamoh, anche se l'azione è stata inficiata dal tocco di mano di Coco.

E' chiaramente mancato l'attaccante di riferimento, in primo luogo perché né Sanabria, lui persino dannoso ormai, e neppure Adams sono in grado di giocare di fisico sui rilanci del portiere, e poi perché Zapata, spesso, ha convertito in punti i traversoni di Lazaro come ben pochi altri attaccanti sarebbero riusciti a fare. E questo, la società, lo sapeva sin dall'inizio. Tralasciamo la partenza di Pellegri, l'eterno infortunato, non è stato fatto nulla per fornire un sostituto non solo all'altezza, ma neppure nel ruolo. Adams e Sanabria si pestano i calli, hanno bisogno di un attaccante vero per poter rendere, diversamente, come stiamo vedendo, non sono in grado di farlo. Tra meno di un mese riaprirà il mercato di gennaio, siamo tutti curiosi di sapere come la società deciderà di agire in tal senso, evitando le tante chiacchiere di circostanza per giustificare i mancati e necessari rinforzi nei rispettivi reparti che poi non sono mai suffragate dai fatti.