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tmw / torino / Mondo e Storia Granata
Rui Costa ricorda il Grande Torino: "La tragedia non è morire ma dimenticare, e noi non dimentichiamo"TUTTO mercato WEB
martedì 15 ottobre 2024, 16:58Mondo e Storia Granata
di Marina Beccuti
per Torinogranata.it

Rui Costa ricorda il Grande Torino: "La tragedia non è morire ma dimenticare, e noi non dimentichiamo"

Manuel Rui Costa, indimenticabile campione di Fiorentina e Milan, cresciuto nelle fila del Benfica e attuale presidente del famosissimo club andaluso, ha ricordato il Grande Torino dalle pagine del Tuttosport, in occasione della mostra allestita in questi giorni proprio nella sede della squadra lusitana.

Queste le parole dell'ex giocatore viola.

"Il Benfica e tutto il Portogallo onorano il Grande Torino, come è giusto che sia. Non può essere altrimenti. Il Grande Torino fa parte della storia del Benfica, la sua luce è nei nostri cuori. Nel segno di questa amicizia tra due club, due tifoserie, due musei, il calcio unisce. Noi del Benfica non ci sentiamo colpevoli per l’organizzazione di quella partita amichevole, ma proviamo tutti un grande rammarico, un rimpianto enorme anche 75 anni dopo. Doveva essere un momento soltanto di gioia, di allegria, con la visita a Lisbona di quella che era la squadra più forte e famosa del mondo. Invece, il giorno dopo... Ho visto la fotografia, scattata nel 1949, della piazza davanti all’Ambasciata d’Italia qui a Lisbona, stracolma di persone scioccate dalla notizia della tragedia: un enorme tributo popolare, emozionante".

Proseguendo Rui Costa ha aggiunto.

"Da quel giorno il Grande Torino è diventato qualcosa anche di nostro, carne della nostra carne. Noi benfiquisti conosciamo tutti bene la storia del Grande Torino, esattamente come sappiamo di aver vinto 38 campionati... Ogni tifoso tramanda la storia ai figli, insieme con l’amore per la nostra squadra. Mio padre stesso fece così con me. Lui ha 74 anni, non era ancora nato quando accadde Superga. Crescendo, la sua famiglia gli spiegò i fatti, i significati di quell’amichevole, l’eredità spirituale che deve essere presente nell’animo di tutti i benfiquisti. Poi, tanti anni dopo, papà fece lo stesso con me, quando ero un ragazzino. E subito mi spiegò anche che quella squadra rappresentava il volto più bello della nuova Italia, libera, democratica, rinata dopo la tragedia della guerra e della dittatura fascista. Qui, nel salone dedicato ai campioni granata, abbiamo voluto riprodurre su una parete una frase bellissima che compare nel Museo del Grande Torino: la tragedia non è morire ma dimenticare, e noi non dimentichiamo".